Omelia (26-08-2016)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Fil 1,27-30

Collocazione del brano

Questo brano della lettera ai Filippesi non fa parte del lezionario, né festivo né feriale. All'inizio della lettera ai Filippesi Paolo parla della sua situazione di prigioniero e del fatto che alcuni suoi detrattori approfittino della sua detenzione per annunciare il Vangelo. Egli se ne rallegra, nonostante le intenzioni un po' maligne dei suoi rivali. Continua poi con una delle sue confessioni più famose: per me vivere è Cristo e morire un guadagno. Al termine di questa confessione si rivolge ai Filippesi e li esorta ad essere forti davanti alle persecuzioni subite per il Vangelo. E' un brano che ben si adatta alla solennità odierna, dedicata ad Alessandro, che subì il martirio nel 303 nella città di Bergamo.


Lectio

27Fratelli, comportatevi dunque in modo degno del Vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo,

Il verbo comportatevi è il termine tecnico del condurre una vita da cittadino, secondo le leggi della città. C'è una città nuova, retta dalla legge data dalla Parola di Dio. I cristiani dunque devono essere coerenti con la scelta di adesione al Vangelo. Paolo desidera sapere che i Filippesi rimangono fedeli al Signore nonostante la situazione avversa. Di cosa si tratta? Sicuramente dell'ostilità dei loro concittadini pagani. Ricordiamo che a Filippi, colonia romana, era fiorente il culto dell'imperatore romano.

Paolo ricorda l'esigenza di essere saldi nella lotta. E' necessario resistere e battersi con decisione per non venire meno alla propria decisione di fede e per difendere la causa del vangelo abbracciato con la conversione. A questo scopo è fondamentale la solidarietà. I Filippesi devono essere compatti come un esercito schierato a combattimento.


28senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio.

Paolo ricorda il senso teologico di questa battaglia. I nemici non entreranno nella salvezza perché non hanno creduto nel vero Dio. I cristiani invece pur soffrendo persecuzione entreranno nella salvezza, perché hanno riconosciuto il vero Dio e hanno perseverato nella fedeltà a Lui.


29Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,

I Filippesi devono considerare come un dono la possibilità di testimoniare la loro fede in Cristo attraverso la persecuzione. Essi non sono vittime di un destino atroce o di un'accidentalità priva di significato. Anche questa situazione fa parte del misterioso piano di Dio e ha il suo significato. Per amore di Cristo essi non si piegano davanti agli avversari.


30sostenendo la stessa lotta che mi avete visto sostenere e sapete che sostengo anche ora.

In fine Paolo ricorda che i Filippesi non sono soli nella lotta. Paolo li ha preceduti e ancora sta sopportando difficoltà per il Vangelo. Infatti anche Paolo aveva subito persecuzioni a Filippi (At 16,19) e ancora nel momento in cui scrive si trova in carcere e sta subendo un processo, sempre per la causa di Cristo. I Filippesi dunque guardando a lui possono rinfrancarsi e continuare a resistere e a difendere la propria fede.


Meditiamo

- Ho mai sostenuto delle specie di persecuzioni a causa della mia fede, delle mie scelte di vita dettate dal Vangelo?

- Con chi ho condiviso queste difficoltà?

- Quand'è che la persecuzione può essere considerata una grazia?