Omelia (03-05-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su 1Gv 3,18-24

Collocazione del brano

Nei capitoli 3 e 4 Giovanni ci ricorda le tre condizioni per vivere da figli di Dio. La prima è quella di rompere definitivamente con il peccato. La seconda, quella del brano di oggi è osservare i comandamenti, soprattutto quello della carità. La terza è il guardarsi dagli anticristi e dalla mentalità del mondo.

Oggi troviamo quindi alcune indicazioni per vivere da Figli di Dio, in una felice comunione con Lui e con i fratelli.


Lectio

18Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.

Nel versetto precedente Giovanni ci ha ricordato che se uno ha ricchezze e non apre il suo cuore alla sofferenza di chi è nel bisogno, l'amore di Dio non può rimanere presso di lui. L'apostolo ci esorta dunque a esprimere un amore fattivo, non solo a parole. Sono i fatti che manifestano la verità dell'amore.


19In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore,

Se qualcuno dimostra la sua carità con i gesti concreti di amore e solidarietà è sicuro che la sua fede è solida e non si lascerà confondere da coloro che predicano una fede diversa.


20qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

Emerge qui lo scrupolo del cuore, dettato da critiche esterne o forse dalla paura di non aver capito bene il messaggio di Dio. Però Dio è più grande del nostro cuore e abbiamo uno strumento di verifica, la verità delle nostre opere di bene.


21Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio,

Quindi il cuore non può rimproverarci nulla se abbiamo amore verso gli altri. Questo ci libera dagli scrupoli e rafforza la fiducia in Dio. Siamo in comunione con Lui!


22e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.

Se siamo in comunione con Dio, vivendo della sua stessa capacità di amore, possiamo chiedere qualsiasi cosa. Come i figli obbedienti siamo a Lui graditi perché compiamo la sua volontà. Egli ci viene incontro nelle nostre richieste.


23Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.

Questi sono i suoi comandamenti. Il primo e più importante è quello di avere fede, di credere nel nome del suo Figlio. Sappiamo che nella mentalità orientale il nome è tutta quanta la persona, la sua forza, la sua vera natura. Credere nel nome è credere nella persona stessa. In quale nome dobbiamo credere? In quello del Figlio Gesù. L'altro comandamento è quello di amarci gli uni gli altri. Questo è uno dei motivi più importanti degli scritti di Giovanni.


24Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Se si osservano questi comandamenti si rimane in comunione con Dio. C'è un'unità di intenti che ci aiuta a restare dentro questa comunione di amore. E' una comunione che si manifesta in una reciprocità, noi rimaniamo in Lui, Lui rimane in noi. In questa comunione reciproca c'è anche lo Spirito che ci permette di vivere e operare secondo la volontà di Dio.


Meditiamo

- Cosa significa per me concretamente amare con i fatti e nella verità?

- C'è qualcosa che il mio cuore mi rimprovera?

- Osservo i comandamenti di Dio?