Commento su Ef 2,4-10
Collocazione del brano
Nel primo capitolo della lettera, Paolo nell'inno Cristologico ha ricordato la chiamata di tutti gli uomini alla salvezza e alla ricapitolazione di tutte le cose in Cristo. Ora nel capitolo secondo egli scende nei particolari e ricorda la miserevole situazione di quanti erano schiavi del peccato e della morte. Tra questi vi erano gli Efesini, ma anche gli Israeliti. La condizione di entrambi è cambiata e nei versetti che leggiamo in questa domenica di Quaresima, Paolo ci spiega come. In particolare ci ricorda il vero significato delle opere buone, le piccole rinunce che spesso ci consigliano durante la Quaresima.
Lectio
4Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato,
Il versetto comincia con un ma, che capovolge la situazione di pessimismo descritta dai versetti 1-3. Lo scenario diventa più roseo. Dio è ricco di misericordia. Questo è un tema che si ritrova spesso nell'Antico Testamento (Es 34,6). Egli è ricco, un'affermazione che ricorre nella lettera agli Efesini. E' lui il primo protagonista della nostra rinascita.
5da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.
Il secondo protagonista di questo processo è Cristo. Con lui siamo stati riportati in vita, dopo che il peccato ci aveva portato alla morte. Il movente è sempre la grazia di Dio, il suo amore gratuito. I terzi protagonisti siamo noi, morti e riportati in vita. In questa occasione Paolo ha coniato tre parole molto efficaci, ma difficili da tradurre. Il primo è in questo versetto: convivificati con Cristo. C'è una piena efficacia nell'azione di Dio, siamo strettamente uniti alla sorte di Cristo.
6Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù,
Gli altri due neologismi sono conrisuscitati e conintronizzati sempre con Cristo. L'accento è posto sulla solidarietà salvifica che ha due aspetti: uno con Cristo, fonte e ragione del nuovo stato dei salvati, l'altro con i cristiani provenienti dai gruppi distinti: ebrei e pagani. Cristo dunque non solo ci ha salvato dalla morte e dal peccato, ma ci ha reso partecipi della sua gloria.
7per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Questa straordinaria verità rifulge per tutti i secoli ed è frutto della bontà di Dio che si è riversata su tutti noi.
8Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio
Paolo ribadisce che la vera fonte di tutta questa bellezza è la bontà gratuita di Dio, alla quale possiamo accedere grazie alla fede. Non è un'opera umana, è solo un dono di Dio.
9né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.
Non può venire dalle opere di bene. Qui si può leggere una polemica su alcune teorie filosofiche che gli Efesini ben conoscevano, le quali portavano alla pienezza di vita grazie all'esercizio delle virtù. I cristiani non possono vantarsi delle buone opere che riescono a compiere, non è per merito loro se le possono realizzare. Nell'economia della salvezza del Vangelo non sono le opere buone che portano alla salvezza, ma l'amore gratuito di Dio.
10Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Le opere ci sono e vanno compiute, ma la prospettiva si ribalta. Siamo noi la vera opera, creata da Dio in Cristo Gesù. Le opere buone sono state preparate perché siano sentieri di vita buona che ci aiuta a vivere la nostra nuova condizione di figli e di salvati.
Meditiamo
- Ho mai vissuto il perdono dei peccati come un ritorno dalla morte alla vita?
- Mi sento con-risuscitato con Cristo?
- Come sento le opere buone, l'agire morale che la Chiesa mi suggerisce?