Omelia (17-05-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Ef 4,1-13

Collocazione del brano

Con questo brano ha inizio la seconda parte della lettera agli Efesini, quella dedicata alla parenesi, cioè all'esortazione. Paolo, in catene, dopo aver scritto della centralità del sacrificio di Cristo e della sua efficacia a riunire tutti i popoli in una sola Chiesa, si rivolge ai suoi destinatari ricordando loro di dare una testimonianza credibile della loro fede. In questo brano è inserita una specie di professione di fede che ribadisce l'importanza dell'unità all'interno dell'unica fede e dell'unico Dio. Seguono alcune indicazioni riguardanti i vari incarichi all'interno della Chiesa, introdotti da un riferimento all'ascensione al cielo di Cristo. L'ascensione diventa il sigillo di tutta la vicenda terrena di Gesù Cristo, la sua missione, la sua morte salvifica.


Lectio

Fratelli 1 io prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto,

Paolo esordisce ricordando la sua condizione di prigioniero a causa del Vangelo. Questo è stato fatto senz'altro al fine di commuovere i suoi interlocutori. Chi può ignorare l'esortazione fatta da un povero uomo in una situazione così grave? Per di più egli è prigioniero proprio a causa del Vangelo che ha annunciato, disprezzando la propria incolumità.

Cosa chiede agli Efesini? Di comportarsi in modo degno della loro nuova dignità. Essi fanno parte di un nuovo corpo, di una nuova realtà che vive di pace e riconciliazione.


2con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore,

Nella comunità cristiana essi devono nutrire la vita comune con alcune virtù fondamentali: l'umiltà, la dolcezza, la grandezza d'animo, che hanno il loro culmine nell'amore fraterno (agape)¸ che si esprime nel perdono e nella solidarietà verso gli altri.


3avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Questa seconda esortazione è un motivo portante, un elemento fondamentale all'interno della comunità: l'impegno a mantenere l'unità, a vivere la pace.


4Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Questi versetti suonano un po' come un inno, una professione di fede che forse si ripeteva nelle prime assemblee liturgiche. L'accento è posto sull'unità della comunità che si fonda su altre unità: quelle del corpo e dello Spirito che lo mantiene unito, quella della speranza, cioè del futuro a cui tutti tendono, fondata sull'unica chiamata che ha interessato tutti.

Ancora questa unità si costruisce attorno all'unico Signore, a cui si aderisce con una sola fede e a cui si accede grazie all'unico battesimo. E' questa la parte più liturgica del piccolo inno. Infine si giunge all'unico Dio e Padre, da cui è partito il progetto di salvezza e che continua ad operare in tutti il suo piano di amore.


7A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.

Paolo parla ora della costruzione della Chiesa grazie alla varietà dei doni e alla partecipazione di ognuno alla vitalità dell'unico corpo. In questo versetto è sottolineata l'origine unica e generosa del dono fatto a ognuno.


8Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». 9Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? 10Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.

Seguendo lo stile rabbinico l'affermazione di fede viene corroborata con una citazione biblica. Si cita qui Sal 68,19. La fonte di tutti i doni della Chiesa è il Cristo glorioso, intronizzato al di sopra di tutti i cieli.


11Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri,

Si precisano ora il ruolo e lo scopo dei doni che si concretizzano nei vari ministeri. Gli apostoli e i profeti sono coloro che hanno avuto un ruolo nella nascita della Chiesa come comunità fondata sull'accoglienza del Vangelo. Si tratta del gruppo tradizionale degli inviati, ai quali appartiene Paolo, e dei predicatori ispirati (i profeti). Sula stessa linea si pongono gli "evangelisti" come missionari o catechisti itineranti. Chiudono la serie coloro che hanno il ruolo di guida pastorale della chiesa locale: i pastori e maestri.


12per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo,

All'interno della Chiesa locale ci sarebbero dunque due gruppi: il gregge di Dio e i maestri che lo guidano nella costruzione del "corpo di Cristo".


13finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Sono tre gli obiettivi della costruzione ecclesiale:

1. Raggiungere l'unità della fede e la conoscenza del Figlio di Dio

2. Diventare un uomo perfetto,

3. Raggiungere come comunità la pienezza di Cristo.

La fede diventa esperienza e incontro con il Figlio di Dio, nella linea della fedeltà. Il riferimento a Cristo come uomo perfetto allude anche alla maturazione cristiana che ha in lui il suo modello, oltre che la fonte ultima e la meta. Costruire il corpo di Cristo significa raggiungere la meta ultima della salvezza, che ha la sua fonte e modello nel Figlio di Dio "l'uomo perfetto", il Cristo.


Meditiamo

- Mi sto comportando in maniera degna della vocazione che ho ricevuto?

- Quale compito svolgo all'interno della comunità?

- Sto crescendo nella fede e nell'unità fino alla misura dell'uomo perfetto?