Omelia (26-07-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Ef 4,1-6

Collocazione del brano

Incomincia con questa domenica la seconda parte della lettera agli Efesini, quella dedicata alla parenesi, cioè all'esortazione. Paolo, in catene, dopo aver scritto della centralità del sacrificio di Cristo e della sua efficacia a riunire tutti i popoli in una sola Chiesa, si rivolge ai suoi destinatari ricordando loro di dare una testimonianza credibile della loro fede.


Lectio

Fratelli 1 io prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto,

Paolo esordisce ricordando la sua condizione di prigioniero a causa del Vangelo. Questo è stato fatto senz'altro al fine di commuovere i suoi interlocutori. Chi può ignorare l'esortazione fatta da un povero uomo in una situazione così grave? Per di più egli è prigioniero proprio a causa del Vangelo che ha annunciato, disprezzando la propria incolumità.

Cosa chiede agli Efesini? Di comportarsi in modo degno della loro nuova dignità. Essi fanno parte di un nuovo corpo, di una nuova realtà che vive di pace e riconciliazione.


2con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore,

Nella comunità cristiana essi devono nutrire la vita comune con alcune virtù fondamentali: l'umiltà, la dolcezza, la grandezza d'animo, che hanno il loro culmine nell'amore fraterno (agape)¸ che si esprime nel perdono e nella solidarietà verso gli altri.


3avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Questa seconda esortazione è un motivo portante, un elemento fondamentale all'interno della comunità: l'impegno a mantenere l'unità, a vivere la pace.


4Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Questi versetti suonano un po' come un inno, una professione di fede che forse si ripeteva nelle prime assemblee liturgiche. L'accento è posto sull'unità della comunità che si fonda su altre unità: quelle del corpo e dello Spirito che lo mantiene unito, quella della speranza, cioè del futuro a cui tutti tendono, fondata sull'unica chiamata che ha interessato tutti.

Ancora questa unità si costruisce attorno all'unico Signore, a cui si aderisce con una sola fede e a cui si accede grazie all'unico battesimo. E' questa la parte più liturgica del piccolo inno. Infine si giunge all'unico Dio e Padre, da cui è partito il progetto di salvezza e che continua ad operare in tutti il suo piano di amore.


Meditiamo

- Mi sto comportando in maniera degna della vocazione che ho ricevuto?

- Sono capace di accogliere, di perdonare, di sopportare i miei fratelli nella fede?

- Mi sento partecipe di un unico Spirito, di un'unica fede, di un unico Dio Padre?