Omelia (13-09-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Gc 2,14-18

Collocazione del brano

Questa è senz'altro la pagina più famosa della lettera di Giacomo. Nel suo stile concreto egli ci ricorda che la fede è importante per ottenere la salvezza, ma non giova a nulla se non si traduce in gesti concreti di amore verso i fratelli, soprattutto verso coloro che vivono in condizioni di povertà.
Paolo sembra affermare il contrario (vedi ad es. Rm 20-31), ma in realtà i due dicono la stessa cosa. Le opere non servono ad acquistare meriti davanti al Signore (come pensavano i farisei), bensì sono espressione di una giusta accoglienza della Parola di Dio.


Lectio

14A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo?

Giacomo esorta i suoi interlocutori a riflettere sull'autenticità della loro fede. La fede è un atteggiamento interiore, che deve trovare espressione in qualche gesto, atteggiamento esterno. Una fede troppo intimistica non ha nessun senso. Il riferimento alla salvezza riporta qui al giudizio finale narrato in Matteo 25,31-46, dove sono ammessi al Regno proprio coloro che hanno praticato le opere di misericordia corporale (avevo fame e mi avete dato da mangiare...).


15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16e uno di voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?

Siamo ormai abituati alle argomentazioni molto concrete di Giacomo. Non è possibile che una persona che soffre l'indigenza possa essere corroborato da semplici parole di incoraggiamento.


17Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.

Così la fede senza opere che l'accompagnano non ha nessun senso. Non si tratta delle opere della legge, bensì delle opere dell'amore del prossimo. Il riferimento a queste opere di carità è in linea con il brano che abbiamo visto domenica scorsa che metteva in guardia dai favoritismi.


18Al contrario uno potrebbe dire: "Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede".

La conclusione è in forma dialogica e porta sull'unità inseparabile tra fede e opere: un cristiano che cerca di testimoniare la propria fede con le opere può sempre sfidare uno che si presenti portatore della sola fede per mostrargli che la sua non è una vera fede.


Meditiamo

- Con quali opere si manifesta la mia fede?

- Ho a cuore i problemi dei poveri, soprattutto quelli della mia comunità?

- Ci sono delle opere troppo impegnative che nella mia vita hanno avuto il sopravvento sulla preghiera e sull'ascolto della Parola di Dio