Omelia (20-09-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Gc 3,16-4,3

Collocazione del brano

Un altro argomento importante della lettera è quello della vera sapienza. Qui viene contrapposta alle discordie e alle liti che probabilmente affliggevano la comunità interlocutrice di Giacomo. La radice di questi mali è la mancanza di sapienza, il non saper chiedere ciò di cui si ha davvero bisogno e invidiarsi gli uni gli altri.


Lectio

Fratelli miei, 16dove c'è gelosia e spirito di contesa, c'è disordine e ogni sorta di cattive azioni.

Il discorso parte forse da un dato di fatto. Nelle comunità cristiane, in quanto formate da esseri umani, ci possono essere gelosie e contese, tensioni. Queste portano a disordini, spiacevoli inconvenienti, cattive azioni, cose che non dovrebbero esserci ma che spesso avvelenano un poco il nostro vivere insieme.


17Invece la sapienza che viene dall'alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.

Per queste situazioni Giacomo suggerisce come antidoto la sapienza che viene dall'alto. Il superare le difficoltà non dipende dalla nostra buona volontà, bensì la sapienza che è un dono di Dio. E' un dono puro, cioè autentico in quanto riflesso della stessa sapienza di Dio. Perciò la purezza della vita cristiana sarà il segno della stessa purezza divina. Poi ha delle caratteristiche che sono un segno di distensione, di superamento dei conflitti: "pacifica, mite, arrendevole". Una pace che si traduce in una pratica della "misericordia", ricca di frutti buoni. Tutto questo ricorda Matteo 7,16-20. La caratteristica dell'imparzialità è un tema che abbiamo già visto in Giacomo.


18Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Gli operatori di pace seminano la pace e otterranno un frutto di giustizia. E' bello questo accostamento. La vera pace porta vera giustizia, non è un semplice quieto vivere senza guardare in faccia le ingiustizie e le disuguaglianze che ci sono nel nostro vivere quotidiano.


1Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra?

Come al solito Giacomo scende al concreto. Vi sono delle guerre, delle tensioni all'interno della comunità e ovviamente non dovrebbero esserci. Qual è la loro radice? L'aver lasciato troppo potere alle passioni, ai desideri incontrollati, che scatenano guerre pur di ottenere ciò che vogliono.


2Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete;

Questi desideri non vengono precisati, ma rimangono insaziabili e si cerca di esaudirli nel modo sbagliato. Non sembra vi fossero dei veri assassini nella comunità, si può uccidere in molti modi. L'invidia è un male comune, le liti e le contese si verificano abbastanza facilmente. Ma perché c'è questa insoddisfazione generale? Perché non si sa chiedere al Signore ciò di cui si ha bisogno.


3chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni.

Anzi non si sa neanche di ciò di cui si ha bisogno, perché la ricerca riguarda solo ciò che può soddisfare le passioni e non ciò che serve al vero bene della persona. Ritornare a Dio e alla vera sapienza è l'unico modo per riconoscere i nostri veri bisogni, per tornare a vivere in pace con se stessi e con gli altri.


Meditiamo

- Vivo in un ambiente in cui ci sono contese e gelosie? Per quali motivi?

- Ho cercato di risolvere il problema invocando la sapienza di Dio?

- Quando sono riuscito a riscoprire il mio vero equilibrio?