Omelia (25-10-2015)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Eb 5,1-6

Collocazione del brano

Questo brano segue immediatamente quello di settimana scorsa e continua il discorso su Cristo sommo sacerdote. Si tratta di un argomento molto importante per gli ebrei che erano passati al cristianesimo perché fa comprendere loro la superiorità della fede in Cristo rispetto alla religione ebraica. Al tempo stesso la fede e il culto dell'antico Israele hanno molta importanza poiché sono l'ambiente in cui il popolo di Dio si è preparato all'avvento di Gesù il Figlio di Dio. Egli dunque è il vero e definitivo sommo sacerdote e l'autore della lettera agli Ebrei ci spiega ora in quali termini.


Lectio

1Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.

L'autore facendo un paragone tra Gesù e i sommi sacerdoti di Israele ci aiuta a comprendere la sua superiorità. Il sommo sacerdote è scelto tra gli uomini per le cose che riguardano Dio. Offre sacrifici per i peccati, cioè immola gli animali offerti per ottenere il perdono dei peccati.


2Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza.

Il sommo sacerdote è veramente tale che sente compassione nei confronti degli altri uomini per i quali offre i sacrifici. Sa che tanti peccati si compiono per ignoranza, non per malvagità. Anch'egli rimane un uomo ed è partecipe della debolezza dei suoi simili. La compassione del sommo sacerdote non è desunta dai testi biblici, sembra piuttosto una caratteristica inserita dall'autore per preparare la figura di Cristo, di cui il tratto più importante è appunto la compassione.


3A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.

Proprio perché rimane un uomo egli deve offrire i sacrifici anche per i propri peccati, purificare le proprie mani affinché la sua offerta sia sempre gradita a Dio.


4Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne.

La funzione di sommo sacerdote è comunque un dono, il frutto di una scelta divina. Anche questo anticipa la totale gratuità dell'elezione di Gesù, il quale non faceva nemmeno parte della tribù di Levi, l'unica stirpe di Israele da cui potevano provenire i sacerdoti.


5Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì

Comincia ora la presentazione di Cristo come sommo sacerdote. Anch'egli non si arrogò il diritto di essere sommo sacerdote poiché Dio stesso gli ha conferito questa gloria. L'autore cita il salmo 110 per ricordare che Cristo è il figlio di Dio.


6come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.

La citazione del salmo 110 continua con l'investitura di Cristo. Egli è sacerdote non secondo l'ordine di Aronne, poiché non fa parte della discendenza di Levi. Il suo sacerdozio è ben più antico, poiché risale a Melchisedek, questo misterioso re/sacerdote che andò incontro ad Abramo che aveva sconfitto quattro re (Gen 14, 17-20).


Meditiamo

- Sento anche io compassione davanti agli errori e le difficoltà dei miei fratelli e sorelle?

- Mi sono sentito anche io prescelto ed eletto per vivere la mia vocazione?