Commento su Eb 10,11-14.18
Collocazione del brano
Terminiamo con questa domenica la nostra lettura di Ebrei. Il discorso rimane sul sacerdozio di Cristo e la sua superiorità rispetto al sacerdozio dell'antica alleanza. In particolare il versetto precedente a quelli che leggiamo oggi (v. 10) recita così mediante quella volontà (la volontà di Dio che Gesù è venuto a compiere) siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù, una volta per sempre. Il discorso continua dunque spiegandoci in che senso siamo stati santificati.
Lectio
11Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Il nostro autore ama molto i paragoni tra Gesù e i sacerdoti del tempio. Egli li vede tristemente affaccendati ad offrire sacrifici che non sono per niente utili, poiché non possono eliminare i peccati e il cui valore purificatore dura poco, un giorno.
12Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, 13aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi.
Cristo invece ha presentato la sua offerta una sola volta e ora riposare per sempre. Può sedersi in un posto d'onore, alla destra di Dio. Sullo sfondo si intuisce il salmo 110: Oracolo del Signore al mio signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi. Grazie all'offerta di Cristo, anche i nemici saranno sconfitti facilmente, Gesù deve solo aspettare che gli vengano sottomessi.
14Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Gesù ormai è divenuto Signore. In base a questa signoria celeste si può comprendere la ragione profonda dell'efficacia salvifica della sua unica offerta storica. Solidale con i fratelli con cui ha condiviso la condizione mortale, egli li ha portati con sé nella sua intronizzazione celeste, rendendoli partecipi della sua condizione di "consacrato". Quindi, non solo li ha strappati dalla condizione di peccato, ma li ha resi perfetti, li ha santificati, li ha totalmente consacrati a Dio realizzando le meta ultima della salvezza.
18Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.
Il nostro brano salta i versetti 15-17 in cui è citato Ger 31,33-34, in cui Dio promette di porre la propria legge nel cuore dei suoi fedeli, in modo che possano conoscere il Signore senza più istruirsi l'un l'altro. Il brano termina con il perdono di Dio: non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità. Capiamo dunque meglio il nostro v. 18: se il peccato è stato perdonato non esiste più e non è più necessario presentare offerte per il perdono dei peccati. Il peccato nella vita del cristiano dunque è perdonato in Cristo. Certo il peccato esiste ancora, i cristiani non sono indenni da errori e da cadute, ma hanno una via di uscita. Attraverso il sacramento della Riconciliazione ricevono il perdono, la cancellazione dei peccati, in forza del sacrificio di Cristo, che resta valido per tutti i luoghi e tutti i tempi.
Meditiamo
- Ho fatto pace con il senso di perfezione e onnipotenza nascosto nel cuore di ogni essere umano? Riesco cioè a riconoscere i miei errori, a riconoscermi peccatore?
- Ho mai vissuto il sacramento della Riconciliazione con sollievo e gioia?
- Mi sento santificato dall'offerta di Cristo sulla croce?