Commento su Gn 4,10
"Tu hai pietà per una pianta di ricino, e io non dovrei avere pietà di Nìnive, la grande città?"
Gn 4,10
Come vivere questa Parola?
La stizza di Giona continua. Esce dalla città convertita e si mette a distanza per vedere come procede. Nel suo dialogo con Dio, si giustifica della sua prima fuga e sembra che dica a Dio che sapeva che avrebbe perdonato la città. E allora? Perché mandarlo a predicare?
Dio dona a Giona un po' di ombra, per calmarlo. A fargliela è una pianta di ricino apparsa all'improvviso. Il regalo è gradito e Giona risposa sotto l'ombra delicata del ricino, che in breve, però, secca e lascia che Giona venga stordito dal sole afoso. La reazione di Giona è nuovamente lamentosa e depressa: vuole morire e non ha né cuore né mente per cogliere il significato allegorico di quello che gli sta capitando.
Ci affezioniamo a cose piccole e futili e faremmo di tutto per preservarle, custodirle, salvarle. Perché nei confronti delle persone tante volte anche noi non riusciamo a coltivare sentimenti intensi come per animali e oggetti a noi cari? Il Signore qui obbliga Giona e noi a riconoscere la sua magnanimità, la sua benevolenza non come tratti di debolezza, ma come la forza di Dio che solo può cambiare il mondo.
Signore, aiutaci ad avere misericordia e un cuore come il tuo, per dare continuamente vita, generare speranza nell'esistenza nostra e degli altri.
La voce di uno teologo
"Si è capaci di misericordia nella misura in cui si sa di essere oggetto di misericordia."
R. Laurentin
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it