Omelia (19-10-2017)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Lc 11, 47-50: 52

«Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno", perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo.... Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito....».

Lc 11, 47-50: 52.


Come vivere questa Parola?

Il Vangelo odierno di Luca, e quelli che seguono - contiene una delle pagine più dure e severe del Nuovo Testamento, che ci deve scuotere e far pensare. Si tratta di detti (loghia) indubbiamente pronunciati da Gesù in diversi contesti e collocati qui da Luca in casa di un fariseo. Tenendo conto anche dei versetti che precedono e non citati, Gesù rimprovera ai farisei l'ipocrisia, che confonde il rigorismo minuzioso dell'osservanza esteriore con l'autentica fede e l'abbandono fiducioso in Dio. Più in particolare, Gesù rimprovera due forme di ipocrisia: l'osservanza solo esteriore a scapito del coinvolgimento interiore del cuore; e l'osservanza dei precetti secondari e periferici a scapito del grande comandamento dell'amore a Dio e ai fratelli. Non è questione di avere il piatto pulito, ma di donare ai poveri quanto vi è contenuto.

Gesù rimprovera ancora ai farisei la vanità. Infatti, è per vanità che essi hanno cura attenta e minuziosa dell'esterno e trascurano completamente l'interno: puliti fuori, ma sporchi dentro!

Un altro rimprovero è rivolto ai dottori della Legge: essi innalzavano monumenti ai profeti e si ritenevano per questo più giusti dei loro padri, che invece li avevano uccisi. Ma anche qui è tutta una ipocrisia: al tempo di Gesù gli scribi veneravano i profeti perché erano ormai svuotati della loro autorità morale e lontani nel tempo. Se essi fossero vissuti nel presente li avrebbero uccisi. La prova ne è che uccideranno anche Gesù, perché si presentava con l'autorevolezza del vero profeta di Dio.

Infine un ultimo rimprovero: la cavillosità nell'interpretazione della Legge e della morale, che rende complicata, se non impossibile, l'osservanza religiosa, soprattutto ai semplici e ai ‘piccoli', caricandoli di pesi insopportabili (Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito).

Queste dure parole di Gesù rivolte ai farisei devono portarci a un serio esame di coscienza per vedere se anche nel nostro cuore alberga qualche forma di fariseismo per estirparla con decisione.

Già San Girolamo rivolgeva ai cristiani del suo tempo l'amara constatazione riportata qui di seguito.


La voce di S. Girolamo

"Guai a noi presso i quali sono passati i vizi dei farisei".


Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it