Commento su Lc 14,33
«Chi non rinuncia a tutti suoi averi non può essere mio discepolo»
Lc 14,33
Come vivere questa Parola?
Qualcuno, lo so, a questo punto, grida. Ci siamo! Sempre la chiamata è a diventare un rinunciatario. Come una larva, un abbietto relitto: un po' scemo e un po' folle, vocato all'accattonaggio.
No, miei cari! Assolutamente no.
Fa conto di andare per una strada (piuttosto ripida a tratti) dove qualcuno, con buone o cattive maniere, ti carica di grossi pesi.
Roba - magari - preziosa: pepite d'oro, un sacco di diamanti, un altro sacco di lapislazzuli. Niente vetture, tanto meno elicotteri.
La strada è quella, tu devi percorrerla tutta, non tua madre né i tuoi amici. La meta è stupenda. Vale la pena di camminare, ma occorre buttar via i pesi. Pena, a un certo punto, di cadere a terra o fermarsi sul ciglio della strada.
Ecco, proprio così è nella vita intesa come un'accozzaglia di risposte alle proprie pulsioni o passioni.
Al contrario se decidi di camminare con Gesù, come suo discepolo, sei certo di arrivare alla splendida meta di una gioiosa pienezza che durerà sempre.
Allora se vuoi camminare lieto e libero su questa strada, getta via (con l'aiuto di Dio) tanti pesi inutili che la cultura consumistica continua oggi a proporti. Il distacco da ciò che è di troppo diventa davvero terapeutico.
Signore, aiutami a correre agile sulla via della vita, fuori da inautenticità e finzione. Aiutami a correre con te, Gesù: libera dal peso di tutto quello che non serve ad amare, nel lieto dono di me stessa.
La voce del Papa
Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore che si preoccupa specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.
Papa Francesco
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org