Commento su Mt 9,36
«Vedendo le folle ne sentì compassione».
Mt 9,36
Come vivere questa Parola?
Il vangelo evoca due immagini significative per la cultura pastorale-agricola del tempo di Gesù: appunto il pastore che deve prendersi cura del suo gregge e l'agricoltore che deve occuparsi del suo campo. Gesù, di fronte alle folle sente compassione, perché sono come pecore senza pastore e come messe privata della cura del padrone: è un po' la sua esperienza quando inizia la sua missione apostolica sulla terra. La sua compassione è quella di Dio Padre che lo inviato sulla terra per salvare l'umanità. Per compiere la sua missione lungo il corso dei secoli, Gesù invita a pregare il padrone della messa perché mandi operai che svolgano il lavoro. È dunque responsabilità di ogni cristiano invocare Dio, perché apra il cuore e la mente di tante persone per essere disponibili ad annunziare, in vari modi, con diverse possibilità, in tutte le situazioni, il messaggio evangelico e soprattutto a testimoniarlo nella propria vita.
O Signore, rendimi attento e impegnato per diffondere il tuo messaggio di carità nel mondo.
La voce del Papa Francesco
L'impegno missionario, perciò, non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l'essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore.
Messaggio per la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, 27 novembre 2016
D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it