Omelia (08-12-2017) |
Omelie.org (bambini) |
Buon giorno ragazzi! Oggi voglio raccontarvi un po' di me. Quando ero piccola e facevo qualcosa di sbagliato, avevo paura. Volete sapere di chi? Dei miei genitori. Loro erano buonissimi come sempre ma, quando combinavo qualcosa che non andava, me lo facevano notare e qualche volta mi davano dei castighi: per esempio, non potevo invitare per alcuni giorni la mia amica del cuore a giocare con me e con le bambole. Quando si fa qualcosa di sbagliato, anche se si è bambini, ce se ne accorge... per questo nasce il sentimento di paura e viene voglia di nascondersi, proprio come hanno fatto l'uomo e la donna di cui ci parla la prima lettura tratta dal libro della Genesi. "Genesi" è una parola che vuol dire "Origine". In questo libro, infatti, gli autori cercano di spiegare, non in modo scientifico ma religioso, l'origine della vita. La creazione non è un caso, ma nasce da Dio autore di tutto il bene e il bello che c'è. Si parla di Dio che comincia a mettere ordine nel caos, nel vuoto, e poi abbellisce questo ordine rendendolo meraviglioso. È un testo apparentemente semplice, ma vuole farci conoscere l'amore di Dio per noi. Per me, per te, per ogni uomo. Ed allora il modo migliore per leggere queste pagine è proprio entrarci dentro, come in un gioco di ruolo, dove tu sei il personaggio della storia. Io sono l'uomo, io sono la donna, che Dio con amore ha creato, con cui passeggia nel giardino come un amico. È tutto bello, tutto gioioso, tutto armonioso. Ma ad un certo punto l'uomo e la donna decidono di fare di testa loro, di ascoltare altri modi di vivere. Ditemi un po' se questa non è l'esperienza che facciamo spesso. Ogni giorno io devo decidere se scegliere il bene vero o il bene apparente. Voglio proprio chiamarlo così il male, perché, detto fra noi, nessuno sceglie il male per il male... non siamo mica sciocchi! Invece, a volte, capita di scegliere un bene che non è bene, che non porta da nessuna parte, anzi ti fa scoprire la tua fragilità, la tua nudità. È proprio come quando scegli un sentiero sbagliato in montagna. Non ti porta dove tu vuoi andare. Come fare? Avete ascoltato la seconda lettura? Io vi consiglio di rileggervela. È come una canzone. San Paolo sta scrivendo alla comunità dei cristiani che si trovano ad Efeso. E dice queste parole bellissime che dovremmo fare nostre. Voglio rileggere con voi almeno qualche versetto: Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità. San Paolo benedice Dio, il papà di Gesù, perché attraverso Gesù ci ha ricolmato di ogni benedizione. Che cosa vuol dire benedire? Significa proprio "dire bene". La prima lettura della Genesi sembra terminare con una maledizione, un Dio completamente arrabbiato con l'uomo e la donna. In effetti non è così. Ci dice san Paolo che la nostra storia non è sotto il segno della maledizione, del male, ma della benedizione, del bene. Tutti noi siamo questo Bene. E proprio perché siamo bene, Dio stesso ci ha scelti e ci ha pensati ancora prima che noi esistessimo... proprio come due fidanzati che pensano al futuro come famiglia e sognano i figli che verranno al mondo. Siamo stati scelti da lui, dal Padre di Gesù. Ora, ditemi voi, se qui ci fosse un grande calciatore o una cantante famosa che a voi piace moltissimo e vi dicesse: "Io ti ho scelto, tu mi rappresenti qui, in questo posto. Tu giochi su questo campo da calcio come se fossi io stesso a giocare". Che ne dite? Saremmo davvero stupiti del grande onore che ci offre questo personaggio! Chi ci sta scegliendo non è un uomo come noi... anche se famoso, chi ci ha scelti è niente meno che Dio! Ci ha scelti e ci ha pensati ancora prima della creazione del mondo. Ognuno di noi, nascendo, ha un compito importante da svolgere proprio per conto di Dio: siamo la sua mano, il suo cuore, il suo sorriso, il suo amore. E come possiamo fare tutto questo? Vivendo due atteggiamenti importanti. Li consiglia san Paolo ai cristiani di Efeso ed anche a noi: possiamo farlo rimanendo santi e immacolati. Cerchiamo di spiegare questi due termini. Il termine "santo" significa separato. Cosa vuol dire questo? Che dobbiamo separarci dagli altri e considerarci i migliori, quelli di serie A, e guardare gli altri come di serie B? No certamente! Essere santi vuol dire essere separati dal male. Significa essere orientati verso il bene, scegliere il bene ogni momento. Scegliere ciò che dona vita e che aiuta a donare vita agli altri. Il termine "immacolati", vuol dire puliti, non sporchi. Il giorno del nostro battesimo ci viene data una veste, un abito bianco, candido, immacolato. È un segno importante e ci viene anche detto di portare questo abito senza macchiarlo mai. Quella veste significa che siamo famiglia di Dio, che siamo rivestiti di Cristo Gesù, l'uomo nuovo. Lui cammina davanti a noi e ci apre la strada, ce la facilita verso il bene, verso il bello, verso il vero, verso ciò che è vita e non morte. Il nostro compito è camminare nella storia mantenendo immacolato questo abito donato gratuitamente, senza nostro merito. Maria è l'Immacolata. Lei è stata capace di fare questo perché si è messa in ascolto di Dio e del suo progetto di vita. Si è fidata di Lui anche se le chiedeva una cosa difficile e quasi impossibile. Ma, come dice bene il Vangelo, nulla è impossibile a Dio. Dio ha bisogno di noi, per operare nel mondo e nella storia, come ha avuto bisogno di Maria di Nazareth e del suo figlio Gesù. In questa bella festa benediciamo Dio perché ci ha scelti e chiamati. Fidiamoci del suo amore, della sua forza che nasce in noi dall'ascolto della sua Parola, lampada per il nostro cammino. Buona festa! Commento a cura di Sr. Piera Cori |