Commento su Mt. 11, 19
"Venne il figlio del uomo che mangia e beve, dicono: ecco è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori, ma Sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie."
Mt. 11, 19
Come vivere questa Parola?
Mi sembra di cogliere un guizzo di sguardo divertito in Gesù che mette a fuoco l'intolleranza e il finto ascetismo dei suoi oppositori, cosi facili a "vedere buio nella stessa luce".
Vedere buio è proprio questo: interpretare a volte anche i gesti più normali del prossimo con l'occhio cattivo di invidia e gelosia impastate con la presunzione di poter giudicare dall'alto in basso il prossimo.
Così si corre persino il pericolo di cadere nel ridicolo a volte, oltre che in un errato giudizio cattivo.
Gesù certo non si barricava dentro un modo d'essere da "richiamo" per le allodole", come i è il falso ascetismo di ogni tempo.
Il Signore viveva da persona che vuol essere pienamente umana tra gli uomini. Tale era la pienezza di umanità sconfinante nel suo essere la "Persona Divina del Verbo", che tutto quanto era umanamente normale, egli lo accoglieva e viveva. Accettava dunque di sedere come commensale alla mensa di Levi (Matteo) e di una pubblica peccatrice come Maria Maddalena.
Tutto l'acido, malcontento dei suoi oppositori non è mai riuscito a "corrodere" lo spessore e l'armonia del suo comportamento. Una vita la sua che diede bagliori di fuoco divino quando accettò di morire in croce come un malfattore.
Si, la Sapienza di Dio brillo fulgida in tutte le tue scelte finalizzate alla gloria del Padre e della nostra salvezza. Che splendida libertà si respira accanto a Te, Gesù! Prendimi sulla strada del tuo Vangelo perché anch'io, per la Tua grazia, sia testimone di Dio, in autenticità e libertà
La voce di un giornalista scrittore
Ogni lettura del Vangelo è una scommessa col mistero.
Vittorio Messori
Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org