Omelia (25-12-2017) |
don Alberto Brignoli |
Caro Gesù Bambino Caro Gesù Bambino: È da molto tempo, ormai, che non ti scrivo più una letterina in occasione del tuo compleanno. Non perché la ritenga una cosa banale, da bambini, finalizzata a ottenere regali, ma forse proprio per il motivo completamente opposto, ossia perché ho perso - io, e molte altre persone come me - l'innocenza del bambino capace di meravigliarsi di fronte alle cose semplici e al tempo stesso magiche, come il Natale. A dire la verità, dalle nostre parti la lettera per richiedere regali a te, Gesù Bambino, non è così gettonata come quella che scriviamo alla tua amica Lucia. Io, poi, sono stato bambino durante uno degli innumerevoli periodi di fatica economica, per cui non potevamo esagerare: o scrivevamo a te o scrivevamo a Lucia, non potevate accontentarci tutti due volte, e siccome Lucia arrivava circa una decina di giorni prima di te, era meglio approfittare della situazione e mettere al sicuro i regali più tecnologici, come il Big Jim con il pulsante dietro la schiena per noi maschietti, e il Cicciobello che piange per le femminucce. Di più, non si poteva sperare: eravamo in piena austerity. Si chiamava così, la crisi, con un nome in inglese che quasi nessuno capiva: ma forse era meglio così, perché il suo nome misterioso spaventava tutti, e quindi si faceva veramente di tutto per risparmiare o per evitare sprechi inutili. Oggi, invece, col fatto di chiamarla semplicemente "crisi", sta sulla bocca di tutti, ma a parte coloro che l'hanno vissuta drammaticamente sulla propria pelle, non saprei dirti quanti abbiano tratto insegnamento dal terribile periodo economico che abbiamo appena trascorso, almeno a giudicare dalle folle negli aeroporti e nei centri commerciali (di sicuro, più che nelle chiese); ci manca poi che - come nella nostra città - questi due nuovi "templi" della modernità siano uno accanto all'altro, e la miscela fatta di viaggi, shopping e traffico diviene micidiale. Poi, ovviamente, aumentano le malattie dovute a un clima impazzito e a un cielo inquinato, e altrettanto ovviamente - non potendo dare colpa a qualcuno di concreto - ce la prendiamo con te: ma non averne a male, lo facciamo per sfogarci un po', tu almeno non dici nulla quando ci arrabbiamo con te, se la vita ci porta via qualcuno di caro...sopportaci...con chi ci sfoghiamo, altrimenti? A proposito di shopping, che ai tuoi tempi si chiamava "spesa" e si faceva in bottega, ti do un consiglio: se in questi giorni ti capita di passare nel centro di qualche città, soprattutto qui al nord, stai attento a fare la carità ai clochard (sarebbero i barboni di una volta), perché potresti prendere la multa. Eh, sì: non lo sapevi? Oggi fare la carità è diventato un reato contro il decoro pubblico: mentre le scene impietose di giovani e meno giovani che escono urlando ubriachi fradici e anche un po' "fatti" da locali e movide (sta per "feste notturne") non sono un attentato al decoro pubblico, fanno trend, soprattutto se poi li posti sui social, e metti un like al link del fashion blogger che ti fa da trend setter. Non hai capito nulla, vero? Beh, ti devi aggiornare, sono i linguaggi di oggi: o li impari o sei out, che altro non significa se non che sei "fuori"...che poi è tutto da vedere chi è più "fuori", se chi resta escluso dal mondo virtuale dei social o chi ci è dentro fino all'osso del collo... A proposito di collo...se in questi giorni con la tua mamma dovessi prendere un autobus o la metro o un treno, non ti spaventare, vedrai molti di noi con il collo piegato: no, non sono aumentati i casi di scoliosi, solamente siamo "connessi h24", il che significa che stiamo continuamente socializzando, condividendo con tutto il mondo in tempo reale quello che stiamo facendo. Siamo talmente sicuri di noi stessi che non facciamo più nulla senza averlo prima condiviso con tutti: comprare un paio di scarpe, scegliere il luogo delle vacanze, cambiare pettinatura, addirittura decidere quale ragazzo o quale ragazza abbordare in discoteca... E soprattutto, ci teniamo a far sapere a tutti le nostre cose, senza prima aver tralasciato di lamentarci perché la nostra privacy viene continuamente violata. Vedrai, appena potrai aprire gli occhi e guardarci in faccia, ti verrà da dire che l'umanità che tuo padre ha creato è impazzita, e di pazzi ce ne sono in giro veramente tanti, e molti sono anche potenti e furiosi: pazzi furiosi a est che si divertono a sparare razzi; pazzi furiosi a ovest che fanno sparate di ogni tipo; pazzi d'oriente che, nel nome di Dio tuo Padre, pensano di poter rivendicare i loro diritti investendo le persone a tutta velocità lungo i marciapiedi, e ci costringono a girare per le nostre piazze rinchiusi tra blocchi di cemento, transenne e camionette della polizia; pazzi d'occidente che non accettano che una storia d'amore sia finita (forse perché mai iniziata) e allora la fanno finita anche con la persona amata. Il mondo sembra proprio essere impazzito: e come darti torto, se ci dirai che tuo Padre non era così che lo aveva pensato? Forse era meglio che ci lasciasse un po' meno liberi di fare quello che volevamo; forse dovrebbe intervenire di più e farla pagare ai disonesti, premiando i buoni; forse potrebbe anche solo evitare di essere così egoista da volere per sé i più buoni, che di solito si porta via presto, lasciandoci soli; forse potrebbe evitare di farci provare nostalgia dei nostri cari che non sono più con noi, almeno durante le feste. O forse, se ci è concesso, facci almeno tu un regalo, in questa Notte Santa del tuo compleanno: visto che è una notte magica, tutta particolare, piena di luci, di suoni, di colori, di sogni e di calore, fai in modo che non finisca qui, fai in modo che duri il più possibile, facci sentire un po' più umani di quello che siamo di solito, fa' che le nostre giornate non perdano mai i colori della vita, e soprattutto, facci sognare almeno tu. Buon compleanno, Gesù. |