Omelia (25-12-2017) |
don Maurizio Prandi |
Homeless Jesus Nell'omelia della IV domenica di Avvento sottolineavo come la nascita di Gesù sia sotto il segno non dello straordinario, tutt'altro. Come tutti i bimbi ha impiegato nove mesi... se c'è qualcosa che colpisce nel vangelo ascoltato è invece il rifiuto... si, la nascita di Gesù è caratterizzata proprio da questo rifiuto ad aprire le porte, da questo rifiuto a fare spazio. D'altronde provenivano dalla Galilea, una regione talmente malfamata da destare più di un sospetto in chi avrebbe dovuto dare ospitalità. Il vangelo è chiaro: per loro non c'era posto... per loro! Faccio nuovamente mio quanto ascoltato oggi in una trasmissione radiofonica a proposito di un'opera d'arte moderna che rappresenta un uomo (forse una donna?) coricato su una panchina e avvolto in una coperta dalla quale spuntano soltanto i piedi. Opera intitolata dall'autore: Homless Jesus, Gesù senzatetto, Gesù senza casa... in occasione della installazione, in un parco in Scozia, 9000 persone hanno trascorso la notte all'aperto per sensibilizzare l'opinione pubblica su chi, ogni notte dorme all'aperto o in ripari di fortuna. In quella notte sono stati raccolti, pensate, 3.600.000 sterline per progetti a favore dei senza tetto! Per contro, avrete senz'altro sentito la notizia che a Como, la polizia locale ha impedito ai volontari che portano le colazioni a chi vive nel porticato della chiesa di San Francesco, di dare una bevanda calda e un poco di cibo a queste persone. Motivo? Questo gesto è contrario ad una ordinanza del sindaco sul decoro urbano, che impedendo i bivacchi di clochard nel centro cittadino, impedisce a chiunque di essere solidali con i più poveri. Qui, Homless Jesus non sarebbe certo il benvenuto! C'è una tendenza oggi, a screditare e a mettere fuori legge la solidarietà... sapeste quante persone mi dicono i loro dubbi sui tentativi che facciamo di aiutare i più poveri, i più sfortunati... che siano i bambini della nostra missione di Cuba ai quali regaliamo le medicine, che siano i senza tetto, che siano i richiedenti asilo... solo perché c'è una maggioranza che non si identifica in quelle "categorie". Una cosa molto semplice come il presepe, dove ogni statuina porta qualcosa in dono alla famiglia di Nazareth, come mi faceva notare Diego, ci dice che la solidarietà quando c'è, c'è per tutti! E non fa distinzioni. Questo atteggiamento è possibile perché si sta diffondendo oggi una grande eresia, che è quella di professare un cristianesimo senza Cristo, un cristianesimo muscolare, identitario, bianco... in poche parole razzista, che scaccerebbe dalle panchine anche Gesù! Di questo cristianesimo senza fede, prima ce ne liberiamo e meglio è per tutti! La prima domenica di Avvento, quella della vigilanza, ci ha detto che aspettiamo qualcuno che si è messo in viaggio e ha lasciato tutti i suoi beni. Vigilare è essere capaci di uscire, mettersi in viaggio, lasciare quello che si ha... di più... ognuno ha la sua opera da compiere, opera che il salmo che Gesù ha pregato sulla croce ci aiuta a comprendere bene, quel salmo che comincia con Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Termina con la mia vita sarà liberata dalla tomba, ecco l'opera del Signore! Non ci può essere nascita di Gesù se non c'è questo desiderio di impegnarsi per far risorgere le persone... La seconda domenica di avvento è stata segnata per alcuni di noi dal viaggio nelle zone terremotate... una condivisione semplice ma bella. Abbiamo imparato che nelle Marche, ovunque si può, nella notte che precede la seconda domenica di dicembre, si accendono dei falò, per indicare agli angeli che portano la casa di Maria di Nazareth il cammino che porta a Loreto. Se possiamo essere luce per gli angeli a maggior ragione possiamo provare ad illuminare e riscaldare la notte dei nostri fratelli e sorelle. La terza settimana abbiamo fatto questa scoperta: nel suo Vangelo Giovanni afferma che la vita di un uomo, Giovanni Battista, viene inscritta nella stessa vicenda di Dio... il Natale credo sia anche questo: Dio che si fa uomo, che inscrive l'uomo dentro di se, ci chiede di inscrivere nella nostra vita il mistero dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Non c'è uomo, non c'è donna che non abbia il diritto di vedere inscritta la sua vita nel mistero della nostra vita. Il Natale ci dice proprio questo: se al centro del mistero di Dio viene posta la vicenda degli uomini, potranno esserci uomini e donne che non vengano posti al centro della vita delle nostre comunità? |