Commento su Lc 1,5-25
"O Radice di Iesse, che t'innalzi come segno per i popoli: vieni a liberarci, non tardare"
Acclamazione al Vangelo
Come vivere questa Parola?
Radice di Iesse: questa antifona richiama in sintesi i carmi del servo sofferente di Isaia, in particolare il capitolo 53. Una sofferenza ingiusta, inaspettata, inadeguata ma non fine a se stessa. Una sofferenza segno. Qui la vera parola chiave: l'essere segno di Gesù. L'atteso, di cui sembra possibile rintracciare la genealogia, viene e sconcerta, perché della sua genealogia coglie gli elementi più irregolari e costruisce un senso nuovo alla sua venuta. Solo Isaia lo aveva intuito e non ha temuto di profetizzare il servo sofferente. Simeone al tempio riconoscerà Gesù come segno di contraddizione, venuto a svelare il cuore degli uomini.
Signore, che ti innalzi segno per i popoli, vieni e guarda la violenza, la fame, l'odio che attanagliano le nostre genti. Vieni e liberaci! Noi alzeremo lo sguardo verso te, come il popolo nel deserto alzò gli occhi sul serpente innalzato da Mosè.
Una voce senza nome
"Ciò che è nascosto e sta sotto terra come una radice sarà posto in alto, innalzato per attirare lo sguardo di tutti. Tale segno servirà per radunare in un unico regno i membri divisi del popolo e per raccogliere il favore di tutti i popoli."
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it