Commento su At 6, 8-10; 12; 55-60
«In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti... si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio... Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio... Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo... E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". Detto questo, morì».
At 6, 8-10; 12; 55-60
Come vivere questa Parola?
Abbiamo appena celebrato ieri il grande mistero della nascita di Gesù e oggi la liturgia ci fa contemplare la nascita al cielo di santo Stefano, che è stato chiamato dalla tradizione il ‘primo martire', il "Protomartire". Egli, infatti, è il primo frutto maturo della predicazione del Vangelo dell'amore. In questi giorni dell'Ottava di Natale, attraverso la memoria di tre testimoni che fanno come corona a Gesù Bambino, la Chiesa ci vuol mostrare qual è lo scopo del Natale di Gesù: portare tutti nel cielo dell'Amore che non ha confini. Il primo di questa corona è santo Stefano.
La prima lettura odierna, tratta dai capitoli sei e sette degli Atti degli Apostoli, costituisce la fonte principale per conoscere la santità e il martirio di Stefano. Perciò noi ci soffermeremo rapidamente sulla meditazione di questo testo riportato in sintesi più sopra.
Di lui è scritto che era "pieno di grazia e di potenza e di Spirito Santo" (vv. 5; 55); è il primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli per il servizio della carità ai poveri; è un eccellente predicatore del Vangelo di Cristo, tanto che i suoi avversari "non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui parlava" (v. 10)...
È il Protomartire di Gesù! Infatti, durante la sua lapidazione "fuori della città" Stefano si comporta esattamente come Gesù, che in croce prega e chiede perdono per i suoi carnefici: "Signore, non imputare loro questo peccato" (v 60). Con il suo perdono egli insegna che il vero martire non odia nessuno, ma dona la sua vita perché tutti, compresi i suoi carnefici, possano accogliere il messaggio di Gesù.
Primo martire del cristianesimo, Stefano guida il corteo innumerevole di tutti coloro che, in ogni luogo e in ogni tempo, hanno testimoniato e continuano a testimoniare oggi il Vangelo fino al sacrificio estremo della loro vita.
Preghiamo insieme con la liturgia della festa di S. Stefano, riportata qui sotto
La voce della Liturgia
Donaci, o Padre, di esprimere con la vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull'esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori. Amen
Dall'orazione-colletta della festa liturgica di Santo Stefano
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it
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