Omelia (02-05-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Lo Spirito mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza. Come vivere questa Parola? Siamo nel cuore della pericope evangelica di oggi. L'accento cade sulla testimonianza che chiama in causa i discepoli, ma assicurando il solido fondamento dello Spirito Santo. Lui è il vero testimone, donatoci dal Padre e da Gesù perché consolidi la nostra fede, soprattutto quando la coerenza diventa difficile. Il passo, infatti, è come incastonato tra gli altri due che parlano di prova: l'odio del mondo e le persecuzioni. Entrambi motivate dal fatto che "non hanno conosciuto né il Padre, né me". Ciò che manca, anche oggi, non è tanto la conoscenza teorica di Dio (sia pure più o meno approfondita), ma quella conoscenza, intesa biblicamente, che rimanda a un'esperienza. Dio è persona e la persona non la si conosce sui libri ma nell'incontro frequente, nel dialogo. Lo Spirito ci è dato per questo. La sua "testimonianza" si traduce nel nostro vivere in "esperienza", così che possiamo dire: "Quello che abbiamo contemplato, quello che le nostre mani hanno palpato del Verbo di Vita, noi lo annunciamo a voi". Sì, la testimonianza che si fa annuncio, presuppone quella dello Spirito. Altrimenti si danno parole, erudizione che non costruisce la vita. È nello Spirito che si può dire in verità: io l'ho incontrato, io l'ho visto, io l'ho palpato e da quel momento tutto ha acquistato senso, anche il dolore. Certo, per chi vive nello Spirito, lasciandosi da lui guidare, la prova cessa di essere scandalo, perché se ne scopre l'intimo legame con la croce di Cristo, la sua portata redentiva. Oggi, nella mia pausa contemplativa, verificherò la qualità della mia "conoscenza" di Gesù. È basata unicamente o prevalentemente sulle conoscenze catechistiche, teologiche, bibliche...? o sull'esperienza viva di un incontro realizzato nella preghiera e in quello sguardo centrato su di Lui che trasfigura il mio quotidiano? Vieni, Spirito Santo, a rendere testimonianza in me del Risorto, perché la mia fede sia frutto di un incontro, la mia speranza fondata sulla certezza che "Lui ha vinto il mondo", la mia carità diventi il traboccare dell'amore con cui la Trinità mi avvolge. La voce di un Padre della Chiesa L'opera dello Spirito Santo mira esclusivamente al compimento del bene e della salvezza. Discreta è, sulle prime, la sua comparsa, dolce la presa, soavissimo il giogo. Emanazioni di luce e di scienza avvertono in anticipo del suo arrivo. Egli giunge con l'animo d'un vero protettore: viene, infatti, a portare la salvezza, a guarire, a impartire ammaestramenti, a corroborare, a recar conforto, a illuminare la mente; a beneficio, anzitutto, di colui che lo accoglie e, successivamente, attraverso l'opera di quest'ultimo, a vantaggio anche degli altri. Cirillo di Gerusalemme |