Omelia (06-01-2018)
don Maurizio Prandi
L'odore del viaggio

Questa solennità e il brano di Vangelo che ascoltiamo dicono alcune cose molto importanti:

- tutti, ma proprio tutti i popoli sono chiamati alla salvezza;

- conseguenza di questo è che tutti i popoli sono chiamati a donare aprendo i loro scrigni;

- I cristiani, rispetto al potere, sono chiamati a scegliere altre strade.

Dall'Oriente ci dice Matteo, possono giungere (e in realtà giungono, i Magi), delle persone alle quali è consentito adorare il Signore in modi e in forme diversi dai nostri (D. Simonazzi). La stessa idea è venuta fuori alla condivisione del venerdì sul vangelo: qualcuno si domandava quali possano essere i confini della chiesa dato che a Gesù arrivano i più lontani, quelli che vengono da tradizioni religiose le più diverse. Di più: Gesù, come aggiungeva qualcun altro, ancora oggi divide, non tutti comprendono questa presenza. È bello il vangelo, (ed allo stesso tempo è una grande domanda perché l'esperienza di oggi sembra andare in un'altra direzione), non c'è mai chiusura, non c'è paura, la paura di chi viene da Oriente non è contemplata nel Vangelo, se paura ci sarà, sarà nei confronti di chi è vicino, di chi dovrebbe esserti amico, di chi dovrebbe vigilare su di te, di chi dovrebbe aver cura di te. Se Giuseppe avrà paura, se Maria avrà paura, non sarà dei Magi, ma di Erode, il loro re!

Ogni anno ci lasciamo avvolgere dal mistero durante questa celebrazione, mistero la provenienza dei Magi (se non la generica indicazione: da Oriente), mistero l'identità, i nomi dei Magi, mistero il numero. Per quello che riguarda l'identità, come spesso ci ripetiamo, siamo chiamati a scrivere il nostro nome: sono io che nella notte sono chiamato a scorgere il sorgere della stella; sono io a dovermi lasciar abitare dalla domanda che percorre questo brano di vangelo: dov'è? Sono io a dover aprire il mio scrigno, la mia vita, per offrire in dono quello che c'è dentro, sono io a dover fare, tornando a casa, un'altra strada rispetto al potere.


Leggevo, rispetto a questo tema del potere, un commento di don Daniele Simonazzi, che dice come Matteo inserisca la vicenda del Bambino Gesù nel tempo di chi detiene il potere e siccome soltanto una settimana fa dicevamo che Gesù nasce in chi ci crede, il credente è chiamato a fare i conti con chi è al potere. Quello con il potere quindi non è un rapporto secondario e il vangelo fa alcune raccomandazioni fondamentali per metterci in guardia.

- Intanto c'è da dire che non siamo esclusi dalla tentazione di essere persone di potere. Anche noi siamo nati al tempo di Erode, anche noi possiamo desiderare di diventare gente di potere.

- Guardando ad Erode notiamo che il potere ti porta ad avere delle fissazioni strane tipo quella di pensare che tutto dipenda da te: Erode ci dice il vangelo, dopo aver convocato in segreto i Magi li invia a Betlemme; chissà come si saranno guardati e cosa si saranno detti questi uomini che erano già in cammino e che a Gerusalemme sarebbero andati comunque, ma si sa al potere a volte ci sono dei nani (nano è colui al quale nulla importa del bene comune, ciò che conta è il potere e basta) che per sentirsi importanti hanno bisogno di essere convinti che tutto succede per un loro ordine. Dicevamo, commentando insieme la Parola, che per completare un cammino c'è bisogno di lasciarsi condurre da sogni e da una stella. Il potere non conosce questa bellezza, non conosce i sogni e non conosce stelle, il potere cercherà, ad un prezzo altissimo di vite innocenti, di spegnere la Stella.

- Informatevi accuratamente dice Erode ai Magi; il potere deve avere tutto sotto controllo, il potere deve sapere tutto. Quante persone sono sempre alla ricerca di informazioni, si tratta più di prurito che di necessità!

- Legata a questo doversi informare a tutti costi, c'è da dire che il potere è certamente più preoccupato di ciò che accade attorno a lui che non di quello che accade dentro o sopra di lui. Se Erode avesse guardato con verità dentro di sé, se Erode, come i Magi avesse guardato sopra di sé avrebbe scoperto un segno e di quel segno avrebbe scorto una presenza dentro di sé.

- Il cielo ancora una volta parla e dice: avete presente il potere? Avete presente Erode? Ecco: non passate di là, dovete fare un'altra strada perché la strada di casa non passa dal re, la strada di casa non passa dal potere. Le costituzioni dei Servi della Chiesa scrivono così: i servi della chiesa non avranno alcun legame con il potere, neanche a fin di bene. (D. Simonazzi)


Chissà in che condizioni (è una domanda che ci è nata durante la condivisione) ci saranno arrivati i Magi davanti a Gesù, dopo quel viaggio così lungo, ma non importa! Aprono i loro scrigni e consegnano i loro doni. Un gesto vero ci siamo detti, perché porta con sé l'odore del viaggio; li vediamo lucenti nei nostri presepi, perfetti ma quanta fatica, sudore, stanchezza, domande; c'erano doni importanti, certo, ma consegnati da vite non perfette, non pulite, non impeccabili! Anche Gesù un domani aprirà il suo scrigno consegnando un pane ai suoi discepoli, pane e paura, pane e domande, pane e delusione; un pane, la sua vita, tradito e consegnato. Un gesto che abbiamo imparato e che ripetiamo ogni domenica. Un gesto che se avessi una anche minima consapevolezza dovrebbe farmi tremare per la bellezza che emana e per la responsabilità che lo abita. Un gesto vero il mio, un gesto vero quello della nostra comunità, soltanto se accompagnato dall'odore di un viaggio fatto non in prima classe, ma in compagnia degli uomini, condividendo fatiche, notti, domande ma anche gioie grandissime per le stelle che ognuno ha e fa brillare nel cielo.