Ricreazione
Viene
Il testo di Marco è essenziale, di poche parole, proprio per questo ogni parola ha una valenza maggiore.
La prima affermazione del Battista riportata da Marco è «viene», al presente, non c'è attesa né prospettiva, è già una realtà; non dice neppure chi è che viene ma ne descrive la forza. L'espressione è paradossale: «dopo di me» definisce il servo, il discepolo eppure il Battista non si ritiene degno neppure di essere suo servo. È proprio questo contrasto che è propedeutico all'espressione successiva Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo. Ad una azione ormai conclusa si contrappone l'apertura di una azione completamente nuova. Da un tempo giunto al suo compimento alla prospettiva futura nello Spirito.
In Spirito Santo
Giovanni annuncia un cambiamento radicale: il battesimo - o meglio, l'immersione nello Spirito Santo. Non sta parlando di un rito, simile ma diverso, piuttosto di una realtà nuova, un ambiente, un'aria da respirare in cui è inserito ciascuno di noi che ha incontrato il Cristo. Se il battesimo di Giovanni era per la conversione, essere battezzati in Cristo Gesù ha il significato di una piena ricreazione.
Venne da Nàzaret
Senza alcun collegamento col testo precedente irrompe la figura di Gesù in tutta la sua storicità: da Nàzaret di Galilea per giungere nel Giordano. Solo un verbo, al passato, fu battezzato descrive un avvenimento che le prime comunità cristiane e gli evangelisti stessi hanno difficoltà ad accettare e comprendere nella sua portata: Matteo antepone l'obiezione del Battista (3,13-15), Giovanni si concentra sulla testimonianza del Battista (1,29-34), Luca ne fa un inciso (3,21). Marco è categorico, il Messia, il Maestro si fa tutt'uno con i peccatori e si addossa il peccato dell'umanità.
Subito
Probabilmente il linguaggio parlato, che lascia traccia nello scritto, ripetere spesso il termine subito (41 volte nel vangelo di Marco), serve per collegare ma anche per trasmettere una urgenza, una emozione come la meraviglia per il compiacimento che Dio Padre comunica immediatamente al Figlio. L'immagine dello squarcio nel cielo è suggestiva, racconta del traboccare di Dio nell'evento umano. Gesù si è fatto pienamente carico della natura umana il progetto di amore del Padre trova nel figlio il suo compimento: il cammino della Croce è appena iniziato fin quando a Gerusalemme, nel tempio sarà il velo di separazione a squarciarsi da cima a fondo (Mc15,38).
Come una colomba
Lo Spirito discende verso di lui come una colomba. Questa immagine è stata variamente interpretata e ancor più rappresentata nella iconografia cristiana. All'inizio della creazione si racconta che lo spirito di Dio aleggiava sulle acque (Gn 1,2). Se la dimensione dello Spirito Santo è una lettura cristiana frutto della predicazione di Gesù e della esperienza pasquale dei discepoli, l'immagina della teofania battesimale richiama fortemente la Ruah - lo Spirito di Dio - da cui tutto ha origine.
Tutto, in Cristo diventa una creazione nuova. Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove (2Cor 5,17).