Omelia (29-05-2003) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Gesù disse ai discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete [...]. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia» Come vivere questa parola? La prima affermazione è come avvolta da un velo di mistero, ma ha la sua interpretazione vitale. Quanto alla seconda, a una lettura superficiale, sembra predicare l'afflizione perenne quaggiù per i suoi: un'afflizione che poi, nella vita eterna, si cambierà in gioia. Ma non è così! Anzitutto bisogna mettere come punto fermo, per una corretta interpretazione dell'una e dell'altra affermazione, il fatto che Gesù le ha pronunciate nell'immediatezza del suo andarsene a patire e a morire per poi risorgere, dopo tre giorni. È alla luce del mistero pasquale che possiamo capire quello che vissero i discepoli e anche trarne insegnamento per la vita! Gesù se ne va via dai suoi, inaugurando un modo d'essere che non è assoluta "assenza". Dopo che lo Spirito Santo è sceso sulla sua Chiesa, il nostro contatto col Signore si è interiorizzato. Impossibile pretendere di avere di lui un'esperienza diretta come potevano averla i suoi contemporanei prima della sua morte e resurrezione e prima di Pentecoste. L'esperienza che ora noi abbiamo di lui è una specie di un suo misterioso "andare e venire", dentro i nostri percorsi di fede. Lo esprime bene quel suo dire: "Ancora un poco e non mi vedrete. Un po' ancora e mi vedrete". Quando se ne va, noi sperimentiamo in cuore un'assenza, una specie di vuoto esistenzialmente doloroso. Ma, proprio accettando questa afflizione, unendoci alla sua morte con tutta la nostra volontà di amore, ecco che poi viviamo l'esperienza del suo nuovo venire. È come se "risorgesse" nel nostro cuore, nella nostra vita. E ad ogni suo nuovo "venire" la nostra vita resta sempre più, per così dire, "sbilanciata" verso Dio, avvertito davvero come l'unico necessario al nostro cuore profondo; si approfondisce in noi la comprensione della sua Parola e avvertiamo un nuovo vigore, una nuova decisione per viverla, una nuova gioia. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi consegnerò al Signore nel mio cuore con tutto l'amore chiesto in dono allo Spirito Santo. O Spirito Consolatore, tu sei Spirito di Verità! Aiutami a cogliere la verità di Gesù e del suo essermi Salvezza. E aiutami anche a cogliere la verità di me e dei miei impacci egoici. So che quando tu vieni a me è per consolarmi e quando te ne vai è per purificarmi. La voce di un grande scienziato e mistico Signore, m'era dolce abbandonarmi alla provvidenza quando sentivo crescere la presa che tu avevi in me. Per tutte le ore tristi donami di credere che sei tu a scostare le fibre del mio essere, per penetrare più profondamente in me! Pierre Teilhard de Chardin |