Omelia (20-05-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Ancora un poco e non mi vedrete; un po' ancora e mi vedrete. Come vivere questa parola? Nel brano evangelico che ci viene proposto in questi giorni, oltre alla straordinaria profondità e ricchezza teologica tipica di Giovanni, si colgono sfumature cariche di umanità che mettono a nudo la tenerezza del cuore di Gesù. Ci sembra quasi di coglierne il fremito di fronte all'ombra di tristezza che si stende sul volto dei suoi amici. No, Dio non vuole la sofferenza dell'uomo. Mai. Eppure Gesù non è venuto a toglierla e neppure ha tentato di spiegarla. Ha fatto qualcosa di più: le ha dato un senso e le ha tolto l'aculeo di una persistente amarezza. Il dolore da sempre attraversa la vita dell'uomo e continuerà ad attraversarla. Ma è come una passerella che unisce due sponde opposte. Chi vi passa sopra non lo fa per fermarcisi, ma per raggiungere la meta desiderata. E il desiderio è una sfaccettatura dell'amore. Il dolore ha un suo misterioso legame con l'amore e da esso attinge il suo significato. "È bene per voi che io me ne vada" aveva detto Gesù. Uno strappo che lacera l'anima, ma necessario, anzi "è bene". Momenti in cui sembra che anche Dio ci abbia abbandonato. Tutti ne facciamo esperienza. Sono le notti oscure dello spirito, molto più penose di qualunque altra sofferenza, perché a lenire la pena non c'è neppure il volto dell'Amato. Sono le notti in cui l'amore matura in una direzione più ablativa, lo sguardo interiore si abilita a cogliere i segni della Sua presenza e l'orecchio si fa più attento alla Sua voce. Chi è passato per il crogiolo del dolore e con l'aiuto della grazia è riuscito a viverlo in amore, è cresciuto certamente anche a livello umano. Il dolore è un buon pedagogo. E comunque Gesù ci ricorda che "ancora un poco e mi vedrete". Non dice: alla fine della vita, in paradiso. No! Dio ci ha creati per la gioia, una gioia destinata a sbocciare fin d'ora, su questa terra, per poi esplodere in pienezza nell'eternità. Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a rileggere i miei momenti di prova alla luce di quell'"ancora un po' e mi rivedrete" che è promessa di gioia indefettibile. Sostienimi, Signore, nei momenti di prova con la certezza che soltanto "per un poco" tu nascondi il tuo volto e questo solo per tener desto in me il desiderio di te. La voce di un esegeta "Ancora un poco e non mi vedrete, e un po' ancora e mi vedrete". Per un attimo ancora avrete bisogno di riconoscermi attraverso la carne visibile, tangibile, poi mi vedrete con occhi diversi. Sarete oltre la prova, sarete oltre l'oscurità, perché sarete all'interno della luce, mentre sperimentate la luce. Innocenzo Gargano |