Omelia (21-01-2018) |
Wilma Chasseur |
Giona missionario fallito Ancora il tema della chiamata. E della risposta. Nella prima lettura vediamo il profeta Giona che per la seconda volta viene mandato in missione a Ninive. Ma se la prima volta era stato un missionario-resistente alla chiamata questa volta non cerca più di squagliarsela come aveva fatto prima. • ...E POI RIPESCATO Ha finalmente capito che quando il Signore chiama, è meglio non cercare vie di scampo, se no lo aspettano le fauci spalancate di una balena. L'unico modo per scampare al pericolo è non cercare vie di scampo. Questo - sia detto en passant - vale anche per noi: chissà quante volte abbiamo preferito "vie di scampo" alle vie che ci proponeva il Signore, e siamo finiti dritti dritti, nella gola oscura di qualche balena. Affiniamo l'udito spirituale, e appena rinnoverà l'invito, fidiamoci subito di Dio e non corriamo dietro alle balene... Adeguiamoci al Suo progetto e non perseguiamo ostinatamente progetti solo nostri: eviteremo così innumerevoli capitomboli! Il Vangelo ci invita a seguire Gesù che, lasciata Nazaret, va a stabilirsi a Cafarnao, in quella Galilea delle genti - come dice la profezia di Isaia- oltre il fiume Giordano, sulla quale " si levò una grande luce" .Il tempo del silenzio e del nascondimento è terminato. Per Gesù inizia il tempo dell'annuncio. E sceglie proprio la Galilea, situata ai confini tra il mondo ebraico e quello pagano, per proclamare l'universalità della salvezza. Il Messia è dunque un Galileo e per gli uomini di Galilea inizia qualcosa di radicalmente nuovo che cambierà totalmente la loro vita. • Lasciare la barca... Vediamo che il personaggio principale dei testi di oggi è... la barca. Giona si deve imbarcare per andare a Ninive, sua terra di missione, mentre i discepoli al contrario, devono abbandonare le loro barche per iniziare quella missione che li porterà chissà dove, ma l'importante è che abbandonino barca, reti e padre per poterla compiere. Ma perché abbandonano tutto? Perché hanno incontrato lo sguardo di quel Rabbi di Galilea che ha sconvolto le loro vite. Quello sguardo li ha incendiati. E noi, discepoli di oggi? A che punto è la bruciatura? Chi seguiamo? Umanamente parlando è impossibile seguire qualcuno che non promette nulla: nessuna promozione e nessun vantaggio umano. Quindi la nostra rischia di diventare una sequela immobile, inchiodati da paure e timori. • Spariscono le domande Come pregava un mio amico sacerdote con tanta sincerità, mancato a settembre, dopo lunghi anni di sofferenza: "Caro Gesù perché hai fatto il Paradiso così lontano e non a portata di mano? Perché un Everest e non una collinetta, io non ho più vent'anni...perché un sentiero così ripido e non una comoda autostrada con servizio di pullman? Oppure un ascensore o un elicottero? Perché come chiave per entrare una croce, non avevi qualcosa di meglio?" Interrogativi che abitano da sempre il cuore dell'uomo, ma andate sempre avanti su quella via perché andando avanti su quel ripido sentiero sapete cosa vi capiterà? Non troverete nessuna risposta, ma spariranno le domande! Vedrete solo più lo sguardo del Nazareno che vi abbaglierà talmente da farvi sparire le domande. Se accetteremo di seguirLo tout court senza tanti perché, oltre a farci sparire le domande farà sparire anche quell'enorme sproporzione che avvertiamo, tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. Perché solo Lui può renderci capaci di realizzare totalmente quel bene che vorremmo essere e far brillare quella luce che abita nei nostri cuori. E non solo bene personale, ma anche bene universale, perché l'avanzamento del Regno dipende anche dalla nostra risposta. |