Commento su Sal 24,4
«Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.»
Ps 24,4
Come vivere questa Parola?
La vocazione di ciascuno di noi è un intreccio tra storia, responsabilità, promessa, dono, volontà di Dio e volontà nostra. Nulla capita a caso. Nulla è definito a priori. Tutto diviene, si incarna e si trasforma.
Diviene: ogni vocazione è una storia che si sviluppa, si radica in un tempo e in uno spazio riconoscibili. La chiamata ad essere, ad esistere si fa udire fin dal concepimento, dalla nascita e nascendo, la chiamata prende colore per la terra, la comunità in cui avviene. E così continuerà a farsi udire, la chiamata, in ogni fase dell'evoluzione di ogni persona, per cui eventi esterni e scelte interne si coniugheranno secondo la regola di comunicazione biunivoca che dagli inizi si instaura tra il Creatore e la sua creatura ed è questo che dà contorno alle esperienze che fanno la vita.
Si incarna: il divenire di ogni vocazione si realizza continuamente, attraversando le pieghe della storia, le fattezze dei corpi, le scelte che realizzano i desideri, le fratture, le ferite che ne conseguono e che lasciano emergere nuovi bisogni, diverse possibilità.
Si trasforma: ogni vocazione non rimane mai uguale nel tempo. Giona deve convertirsi per convertire Ninive. Abramo deve lasciare la sua terra. I pescatori devono lasciare le reti e il loro lavoro, Pietro abbandona anche la sua famiglia, mentre Giovanni non se ne farà mai una. Nonostante tutti questi fossero già in sintonia con il loro creatore, in ciascuno di loro la vocazione che cresceva, li trasformava e trasformava la risposta che stavano dando a Dio.
Signore, anche in me, in noi la vocazione è qualcosa che diviene, si incarna e si trasforma. Che le nostre paure non la blocchino, non la desiderino fossile, non la lascino morire. "Facci conoscere le tue vie" sia l'invocazione costante che ti rivolgiamo, per rimanere in comunicazione con te, sia la nostra preghiera per realizzare i tuoi e i nostri desideri.
La voce di un testimone
I pescatori che sapevano solo le rotte del lago, scoprono dentro di sé la mappa del cielo, del mondo, dell'uomo. Come loro ti seguirò, Signore, perché tu avanzi verso la verità dell'uomo, accrescimento sei di umano, e rendi sicuro ogni passo, non lasciandoti dietro altro che luce. Ti seguirò, Signore, fammi diventare cercatore del cuore profondo, pescatore di luce sepolta. Ti seguirò, anche percorrendo solo la strada tra il lago e la mia casa, continuando a fare il mio lavoro, ma lo farò in modo luminoso e così umano che forse parlerà di Te. Ti seguirò, perché mi interessa solo un Dio affidabile che faccia fiorire l'umano.
Mons. Vincenzo Paglia
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it