Omelia (23-01-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su 2 Sam 6, 12

«Davide andò e fece salire l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore.»

2 Sam 6, 12


Come vivere questa Parola?

Cosa contemplare ancora nella persona di Re Davide? La liturgia oggi ci permette di meditare sulla sua libera e appassionata capacità di pregare. Pregare in Davide è riconoscere la presenza di Dio in mezzo al suo popolo, esaltarla e gioirne grandemente. Il Dio di Israele è un Dio nomade, che cammina con il suo popolo, abita una tenda, non vuole una casa né un tempio. Davide ascolta il Signore e non costruirà niente di tutto ciò, ma vivrà una liturgia vitale che lo connette a Dio, una liturgia che passa nel suo corpo, nella sua vita e gli permette di restituirsi, dedicandosi totalmente a Dio stesso. Una liturgia che si fa danza, un unico, armonico movimento che collega il cielo alla terra, la carne allo spirito, la vita alla morte.


Signore, dona anche a noi questa coerenza. Donaci questa unità interiore che ci permette di essere autentici nella relazione con te, senza orpelli, né parole o gesti inutili. L'amore e la lode a te si vedano nella nostra vita, nel nostro modo di lavorare, di vivere insieme, di avere cura degli altri e del mondo.


La voce della parola di Dio

"Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.2Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto."

Rm 12, 1-2


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it