Commento su 2 Sam 7, 4-5
«Va' e di' al mio servo Davide: Così dice il Signore: "Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall'Egitto fino ad oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione. Durante tutto il tempo in cui ho camminato insieme con tutti gli Israeliti, ho forse mai detto ad alcuno dei giudici d'Israele, a cui avevo comandato di pascere il mio popolo Israele: Perché non mi avete edificato una casa di cedro?"»
2 Sam 7, 4-5
Come vivere questa Parola?
Fare una casa per Dio, chiuderlo in un tempio, in una chiesa è un altro modo per professare il proprio ateismo. Dio non si può contenere, delimitare, ridurre a spazio. Dio non lo si com-prende, com-prime. Non lo misuri, dunque non lo capisci. La ricerca di Dio, il tentativo di mettersi in dialogo con lui devono aver chiare questa premesse. Nella storia di Israele questa tentazione è molto forte: il popolo spesso vuole ridurre Dio ad idolo comprensibile, riconoscibile in un luogo, raggiungibile, direi quasi tascabile! Perché si fa faticare a stare nell'incertezza, nella ricerca, nell'impossibilità di ridurre tutto a categorie razionali.
Ma Dio sempre si ribella a ciò e costruisce un percorso educativo faticoso per il suo popolo eletto. Anche quando permetterà la costruzione di un tempio, lascerà poi che questo venga distrutto e poi ricostruito sempre per non dimenticare che Egli è sempre oltre, la sua presenza è forte, avvertibile ma inafferrabile. Egli attraversa la realtà, la crea, la vivifica, la abita e la supera. E così insegna anche a noi come stare dentro le cose e mantenere il desiderio dell'oltre.
Signore, "oltre" non è sinonimo di fuga. È la dimensione che ci sollecita ad uscire da ogni forma di egoismo, egocentrismo, autoreferenzialità; è l'orizzonte largo in cui porre il nostro agire per compierlo e allo stesso tempo relativizzarlo, per non renderlo sterile, ma aperto, generativo.
La voce di Papa Francesco
"Se la Chiesa segue il suo Signore, esce da sé stessa, con coraggio e misericordia: non rimane chiusa nella propria autoreferenzialità."
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it