Omelia (21-05-2004) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Come vivere questa parola? Il passo evangelico che ci offre la liturgia di oggi riprende e completa il discorso sulla gioia attraverso l'immagine suggestiva del parto. Nulla, quanto questa esperienza, rende l'idea di un dolore che si apre su un orizzonte di gioia, una gioia diffusiva, che finirà col riversarsi sullo stesso mondo che ora irride alla sofferenza degli apostoli. In filigrana è la storia dei nostri giorni con i suoi segnali di morte e i promettenti germogli che annunciano l'emergere di un mondo nuovo. Due realtà in contrapposizione. Da un lato una società in degrado, percorsa da sussulti di morte che non risparmiano nessuna istituzione e rischiano di stritolare la stessa persona. Dall'altro il pullulare di realtà nuove, piene di vitalità: gruppi di volontariato, movimenti laicali impegnati, nuove famiglie religiose accomunati da un'unica volontà di rinnovamento di autenticità e di preghiera. È l'ora del parto! Un'ora irta di difficoltà, che esige coraggio e costanza. Un'ora che può essere affrontata solo con la forza dello Spirito. Passaggio obbligato perché l'uomo ritrovi se stesso, la sua dignità, il senso e l'orientamento della vita. Certo, come nell'"ora" di Gesù, anche oggi chi vuol fare sul serio e quindi rigetta un cristianesimo di compromesso, spesso è guardato con commiserazione quando non è apertamente messo in burla. Si rischia di restare soli. Può affacciarsi lo scoraggiamento, la paura, il dubbio. Sì, "la donna, quando partorisce, è afflitta". Ma è da questa afflizione che una nuova vita viene alla luce!. E sarà gioia, per tutti. Oggi, nella mia pausa contemplativa, getterò uno sguardo sulla "cronaca rosa". Non per esorcizzare la gravità dell'ora presente, ma per cogliere i germogli nuovi che stanno spuntando in seno alla stessa Chiesa. No, io non sono solo in un cammino di sequela Christi che rifiuta il compromesso. Tanti fratelli e sorelle camminano avanti a me. Signore Gesù, rendimi consapevole della serietà dell'ora presente. Che io non rifugga dalle mie responsabilità, ma le assuma con la serena certezza che in tal modo collaboro alla nascita di un mondo nuovo. La voce di un profeta del nostro tempo Nulla si verificherebbe se noi non fossimo innanzitutto una comunità di uomini che perseverano, ciascuno in se stesso, in una lotta a volte molto dura, per il Cristo e solo per lui. Roger Schutz |