Omelia (11-05-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Giovanni 16,23-28 Dalla Parola del giorno In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Come vivere questa Parola? La pericope del vangelo di Giovanni, profonda come un mare, sostanzialmente ci esorta a realizzare un rap-porto di fiducia sempre più personale e audace nei confronti con Dio. Qui il mistero trinitario svela qualcosa della sua ampiezza d'amore, proprio perché Gesù ci fa cogliere che il fare affidamento su di lui, pregando nel suo nome, non vuol dire escludere il Padre. Tutt'altro! "Il Padre stesso vi ama, perché voi mi avete amato e avete creduto che sono venuto da Dio". Noi siamo dentro questo flusso di amore che va dal Padre al Figlio e dal Figlio al Padre. Anche il mistero dell'Ascensione ne scandisce il movimento. Gesù dice: "Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre". Collocarci dentro questo movimento d'amore è per noi non solo un dinamismo di vita, ma di quella "gioia piena" che il mondo irride ma né la conosce né ce la può rapire. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò di conoscere sempre più nello Spirito Santo, che questo essere avvolto e sospinto dall'amore reciproco del Padre e del Figlio è il motivo della mia vera gioia. Che io possa vivere libero dalle facili illusioni sotto lo sguardo del Padre che, attirando a sé Gesù, nello Spirito Santo, attira anche me, se mi abbandono, se vivo da "figlio nel Figlio". La voce di un grande autore spirituale del XX secolo Ora che sto diventando adulto nella fede, non ho tempo per nulla che non sia l'essenziale. La sola cosa essenziale non è né un'idea, né un'ideale, ma Dio stesso. Affondando nel cuore del presente così com'è, affondo nell'amore di Cristo e con lui sono attirato al Padre. Thomas Merton |