Omelia (18-02-2018)
Wilma Chasseur
Come vincere il maligno

Gesù sospinto nel deserto! La prima domenica di Quaresima ci parla di una realtà invisibile ma onnipresente nella nostra vita, come fu presente anche nella vita di Gesù: quella del tentatore. La nostra battaglia, oltre che contro il mondo e la carne, è contro gli spiriti del male. Da quando furono precipitati e ridotti a strisciare non sopportano di vedere qualcuno in piedi e fanno di tutto per farlo strisciare: ecco cosa ci rende il peccato esseri striscianti e schiavi del maligno. Uno che è in piedi può guardare in faccia l'interlocutore, ma chi striscia no! Il cristiano non separa gli esseri in buoni e cattivi, ma in schiavi e liberi. I buoni sono liberi, i cattivi sono schiavi.

Attenti all'inclinazione!
Nelle tentazioni di Gesù, il maligno ha tentato l'impossibile: dividere Dio da Dio, non per niente si chiama il divisore. Ma Gesù in forza dell'unione ipostatica è uno con Dio: la sua umanità non può disgiungersi dalla sua divinità; nessuna tentazione potrà mai farlo cadere, proprio in forza di questa unione. Suo cibo è fare la volontà del padre, non può volere altro. Mentre noi siamo centomila volontà diverse, non siamo uno col Padre, siamo frantumati, ridotti in mille frammenti. Attirati di qua e di là, dilaniati da desideri contrastanti: la volontà vuole il bene, ma la sensibilità è debole ed è incapace di volere sempre e solo il bene. La ragione dice una cosa e la libertà vuole andare da un'altra parte. E bisogna stare attenti a scegliere il male perché una volta che l'hai scelto questo ti verrà sempre a cercare: si crea un solco e il tuo piede ci va sempre a finire dentro. Rubare una matita non è niente, ma crea l'inclinazione al furto. Dobbiamo essere molto più vigilanti.

- Esame di incoscienza?
Dobbiamo riprendere l'abitudine dell'esame di coscienza. Qualcuno diceva che siamo in un tempo in cui si moltiplicano gli esami: esami clinici a non finire, esami di scuola, concorsi ecc.; l'unico esame in via di sparizione è quello di coscienza. Peggio, chi non sa più leggere dentro di sé, diceva uno psicologo, è un analfabeta spirituale e lungi dal fare l'esame di coscienza fa piuttosto l'esame di incoscienza, cioè non è più capace di riconoscere i propri peccati.
Ad un uomo che, provocatore, asseriva di non peccare mai un celebre predicatore rispose: "Ah sì? Può anche darsi, ma io conosco solo due categorie di persone che non peccano: quelli che non hanno ancora l'uso della ragione e quelli che l'hanno persa del tutto!". Ecco cosa sta perdendo il mondo: la ragione! E l'unica proposta che ci fa è questa: preferite essere: animali o uomini senza ragione? E per di più mentitori perché San Giovanni dice che "chi afferma di essere senza peccato è un mentitore".

Peccatori perdonati
Ma, per fortuna, c'è ancora chi è capace di ammettere di essere peccatore, però ha paura di riconoscerlo. Ebbene questa paura è la più pericolosa che ci sia: il peccato è perdonabile e il peccatore è salvabile: anzi, è salvabile solo quando si riconosce tale. "Le tue colpe ti saranno rimesse nel momento stesso in cui le riconoscerai", diceva sant'Ambrogio. E i Padri del deserto dicevano che chi sa riconoscere i propri peccati è più grande di chi risuscita un morto. Chiediamo dunque con piena fiducia il perdono divino sicuri che ci verrà sempre accordato e respingiamo ogni tentazione nel nome di Gesù e vinceremo nel suo nome. Da soli è dura, ma con Lui la vittoria è sicura!