Omelia (07-01-2014)
Paolo Curtaz


Come reagiamo davanti ad una avversità? Un pericolo imminente, una disgrazia? È normale fuggire, cercare riparo, rinchiudersi in se stessi, darsi del tempo per rifiatare e riprendere il bandolo della matassa. Non così per Gesù. Deve fuggire dal Giordano perché il Battista è stato arrestato e, invece di tornare a casa, punta diritto verso i confini di Israele, verso la Siria, nei territori di Israele che furono i primi a cadere, sette secoli prima, sotto l'invasione assira. Luoghi perduti, per i puristi di Gerusalemme, destinati all'oblio che, invece, diventano i primi luoghi dell'annuncio del Regno. Da lì il Signore parte per annunciare che il Regno di Dio si è avvicinato, proprio dai confini. E noi, da quali confini dobbiamo partire per seguire il Signore? Quali sono diventati, oggi, nel nostro quartiere, nelle nostre città, i confini abbandonati da tutti che necessitano la presenza credibili di testimoni del Regno? Non facciamo diventare le nostre comunità dei fortini arroccati nelle proprie posizioni, ma imitiamo il Maestro: davanti alle difficoltà non esitiamo ad uscire dalle nostre consuetudini per rendere presente il vangelo là dove abitano le tenebre!