Omelia (16-01-2014)
Paolo Curtaz


Non è andato bene il miracolo di guarigione del lebbroso. Affatto. Gesù vuole la sua guarigione, desidera la sua salvezza, non manda gli accidenti, né ci punisce per i nostri peccati come alcuni, ostinatamente, anche cattolici, continuano a pensare, sbagliando. Lo guarisce ma gli chiede di tacere: non vuole passare per un guaritore, non vuole che la folla lo cerchi per i miracoli, non vuole fare il santone. L'ammonimento, a tal riguardo, è duro, deciso, quasi scontroso. Eppure c'è affetto in questo rimprovero, c'è la consapevolezza di cosa sia bene per sé e per l'altro. Niente da fare: nonostante l'ordine diretto e chiaro il lebbroso guarito diffonde la notizia, provocando un gran pasticcio. Gesù sarò costretto a cambiare il suo programma, non potrà più andare nelle città ad annunciare il Regno perché la sua missione è momentaneamente compromessa. Stiamo attenti, noi discepoli, a non fare danni quando parliamo del Signore. Stiamo attenti, in assoluta buona fede, a non fare o dire cose che allontanino dal Vangelo, invece di avvicinare le persone, apparendo come degli esaltati o dei fanatici... Prudenza!