Omelia (17-01-2014) |
Paolo Curtaz |
C'è ressa, attorno a Gesù. Tanta di quella gente che gli amici del paralitico decidono di usare i metodi spicci e salgono sulla terrazza della casa ad un unico piano e spostano la copertura fatta di canne e fango per calare il poveraccio. Gesù resta ammirato da tanta costanza e da tanta amicizia e lo perdona. Come, prego? Cosa c'entra? La gente era convinta che la malattia fosse una punizione divina a causa dei peccati. Oltre al dolore, l'ammalato viveva una feroce rabbia interiore, un inespresso dolore verso questo Dio così misterioso ed ingiusto. Gesù, in un solo gesto, sana questa rabbi e restituisce l'uomo alla sua dignità. I farisei e i dottori della legge sono allibiti: come può quest'uomo perdonare? Dio solo perdona! Vero. Quindi Gesù è ben più di un uomo... Il peccato ci paralizza, ci impedisce di vivere con verità e serenità la nostra vita. Che bello quando qualche amico autentico si accorge del nostro stato e decide di intervenire portandoci con la preghiera al cospetto di Dio! Lasciamoci riconciliare nel profondo e portiamo a Dio, nella preghiera, le persone che sappiamo essere paralizzate dal peccato e dal dolore... |