Omelia (18-01-2014)
Paolo Curtaz


Cafarnao è una città posta sul confine. Un piccolo borgo di pescatori che ottiene visibilità dopo la divisione del Regno da parte dei figli di Erode. E dove c'è confine c'è passaggio e pedaggio. Così Matteo, odiato esattore delle tasse, pensa di avere risolto i suoi problemi economici appoggiato, peraltro, da una centuria romana che sovrintende alla dogana. Un uomo all'apparenza realizzato che, di colpo, scopre nello sguardo del Nazareno tutto l'abisso che porta in sé. Abisso di solitudine e di tenebra che l'amore di Cristo chiama ad abbandonare. Solo quando scopriamo lo sguardo amorevole di Cristo su di noi scopriamo quanto siamo ammalati nell'anima. E lui, il medico, ci sana. Matteo lascia tutto ciò che pensava di avere. Lascia il nulla, in realtà, per avere il Tutto. Gesù non pone nessuna condizione, non gli fa nessun test d'ingresso. Lo accoglie e lo ama per quello è. E questo amore lo libera, gli mette le ali, lo converte. Lasciamoci raggiungere da quello sguardo che mai giudica e che sempre ci chiama a diventare migliori di ciò che pensiamo d'essere. Lasciamoci raggiungere dalla tenerezza di Dio!