Omelia (21-01-2014) |
Paolo Curtaz |
Grande cosa il sabato, il riposo settimanale! Una delle intuizioni per cui l'umanità ha da ringraziare il popolo ebraico. Gli schiavi non riposano mai, perciò la norma del riposo sabbatico era così importante: per ricordare ad Israele che ora erano dei figli e che come tali si dovevano comportare. Ma, si sa, spesso lo spirito autentico di una norma viene accomodato e, così, al tempo di Gesù, il rispetto sabbatico era stritolato da un infinito serie di prescrizione che finivano per svuotarlo di contenuto e di poesia. L'elenco minuzioso dei lavori permessi o meno, il numero dei passi che si potevano compiere e altre amenità del genere rischiavano di offuscare il significato profondo del precetto. Gesù, che ben conosce il valore della libertà, richiama all'essenziale chi lo critica, citando anche un brano della Scrittura in cui Davide viola una norma per necessità. Non è l'osservanza meccanica dei precetti che ne determinano la bontà ma il loro significato profondo, dice il Signore. Viviamo con intelligenza, allora, le norme che ci sono suggerite per vivere la nostra vita di fede, senza farle diventare dei nuovi idoli che soddisfano il nostro ego religioso. |