Omelia (03-02-2014)
Paolo Curtaz


È straziato, l'indemoniato di Gerasa. Vive fra i morti, fra le tombe, si percuote, si fa del male. I suoi concittadini, dei geni!, per liberarlo dall'ossessione... lo legano con le catene! Marco ci sta dicendo che il maligno ci porta all'autolesionismo, quando passiamo il tempo a dire che non valiamo a nulla, quando ci facciamo del male stiamo, in realtà, dando spazio alla nostra parte oscura. Il nome del demone che lo abita è "legione". Legione! Seimila fanti, centoventi cavalieri! È una moltitudine quella che abita il cuore di questo poveraccio. Anche noi, come lui, spesso siamo scissi in mille pezzi. Obbligati a rivestire molti ruoli, fatichiamo a trovare unità in noi stessi. Solo se facciamo unità intorno all'Unico possiamo recuperare armonia e unione in noi stessi. Davanti alla sofferenza di quest'uomo, che spesso è la nostra, il Signore interviene, combatte, lo sana, lo salva, lo libera. La folla, però, è perplessa... la perdita dei maiali che si sono precipitati dal dirupo nel lago li lascia interdetti. Un grave danno all'economia del paese! Gesù, allora è invitato ad andarsene: spesso l'intervento di Dio ci destabilizza troppo ed è meglio cacciarlo dalle nostre prospettive...