Omelia (05-02-2014) |
Paolo Curtaz |
È un susseguirsi di stupore, il vangelo di oggi. Si stupisce la folla per l'intensità dell'insegnamento di Gesù, si stupiscono alcuni perché a parlare di Dio, a fare il maestro, è il loro concittadino, Gesù, che fino a poco tempo prima era il carpentiere del villaggio. E si meraviglia Gesù per il loro rifiuto, per la loro pochezza d'animo. La vita spesso ci riserva delle sorprese: alcune belle, come quando scopriamo la Parola di Dio che ci raggiunge e ci cambia la vita e le prospettive, quando ci illumina e ci conforta; altre deludenti, come quando, pieni di entusiasmo, cerchiamo di dare una mano ad un amico o di lavorare in parrocchia e veniamo cortesemente ignorati o criticati. A volte siamo noi ad aspettarci troppo dagli altri, altre volte, semplicemente, accadono a causa della durezza di cuore dell'essere umano. Nell'una e nell'altra situazione, però, la delusione può aiutarci a cercare l'essenziale, a crescere nell'umiltà. Impariamo a stupirci, oggi, delle cose belle che vedremo, delle persone, delle situazioni. E destiamo meraviglia in Dio non per la nostra poca fede, ma per il desiderio di ascoltare la sua Parola. |