Omelia (11-02-2014)
Paolo Curtaz


Doveva succedere, prima o poi. E, ovviamente, accade. Fino a quando Gesù era un fenomeno da baraccone innocuo, un falegname in preda a delirio mistico, si poteva stare alla finestra ed osservare, senza preoccuparsene troppo. Ma ora che Gesù comincia a minare i capisaldi della tradizione religiosa, allora le cose cambiano radicalmente. Attenzione bene: Gesù non mette in discussione i capisaldi della fede di Israele, ci mancherebbe. Ma contesta il buon senso di tutte quelle minuziose prescrizioni che assediavano la vita del credente. Oltre seicento precetti e relative interpretazioni che avevano condotto la legge della libertà verso le insidiose sponde dell'oppressione. Santa, ma sempre oppressione. Gesù contesta duramente la Legge orale, quei precetti che nei secoli si erano aggiunti alle dieci parole donate sul Sinai. Groviglio inestricabile e sconfortante di misure, di obblighi, di severe regole da rispettare per presentarsi davanti a Dio. No, non ci sta Gesù: affronta, controbatte, contesta, chiarisce. Svela anche le piccinerie, le ridicolizza. Attenti noi, suoi discepoli, a non soffocare la legge dell'amore con i nostri precetti!