Omelia (12-02-2014)
Paolo Curtaz


Non deve stare molto simpatico ai farisei e ai dottori della Legge il Maestro. La sua pretesa di mettere in discussione tradizioni consolidate e intangibili gli attirano grandi malumori. Ha appena contestato le prescrizioni riguardanti la purificazione rituale, una serie di minuziose regole che soffocavano la libertà del credente e ora si preoccupa di spiegarne le ragioni alla folla. Non è contestatore fine a se stesso, non gioca a fare l'anarchico, il Signore. Spiega le proprie ragioni, porta la folla a ragionare, a capire. E, ancora, approfondisce il suo ragionamento con i discepoli a lui più vicini. Credere non significa mandare al macero il cervello ed è importante imparare a distinguere le cose essenziali della fede da quelle accessorie. Spesso, nelle nostre parrocchie, si mette tutto sullo stesso livello, come se la fede coincidesse con le abitudini di una comunità... Siamo seri, amici, cerchiamo di vivere con verità il grande dono della libertà che il Signore ci ha donato! Che la nostra fede non si impantani nella sabbia delle piccole prescrizioni che abbiamo aggiunto all'unica, fondamentale e ineguagliata norma dell'amore fraterno!