Omelia (13-02-2014) |
Paolo Curtaz |
Dopo la bruciante delusione del comportamento degli apostoli davanti alla folla affamata, Gesù, dopo una tormentata notte a pregare mentre i suoi faticavano in mezzo alla tempesta, ha deciso di portarli con sé in un lungo viaggio in territorio pagano, fino in Siria e in Libano, affinché imparino la compassione. E in questo viaggio opera alcuni miracoli simbolici, di grande importanza, di grande spessore. L'incontro di oggi mette i brividi: la donna pagana ha saputo della venuta del guru, non gli importa molto della sua dottrina ma vuole un miracolo. Il Signore nemmeno la ascolta, non le dà corda, non vuole essere confuso con un guaritore, non vuole ambiguità nei confronti della sua azione. Davanti alla risposta terribile del Signore la donna non si scoraggia e ammette il proprio limite: è vero, si comporta proprio come un cane... si rivolge a lui solo per necessità, come captia anche a noi. Non si offende davanti alla dura risposta del Signore ma ammette di non essere una figlia. Ma, conclude, a volte anche i cagnolini mangiano le briciole cadute dalla tavola dei figli. Bene, ora ha capito, ora può essere ascoltata. Il Signore ci chiede sempre di essere autentici! |