Omelia (18-02-2014) |
Paolo Curtaz |
La folla chiede ulteriori segni, senza accontentarsi del grande segno che è la presenza stessa del Maestro. Ma anche gli apostoli non scherzano. Non solo non hanno imparato la compassione, ma il livello di incomprensione dei confronti di Gesù è a livelli di guardia. Gesù chiede loro di guardarsi dal lievito dei farisei: non devono cedere alla tentazione di una fede fatta solo di osservanza esteriore di precetti, di minuzie legali, di ricerca ossessiva della perfezione rituale. E di guardarsi dal lievito di Erode che usa la religione a fini politici, utilizzandola per il proprio potere, per i proprio scopi. Il discepolo deve fuggire l'esteriorità e il compromesso. Ma gli apostoli non capiscono, pensano ancora la miracolo del pane (che brucia ancora!), non sanno entrare nella dimensione interiore del lo Signore. Il Signore parla, ma spesso fatichiamo ad accogliere seriamente e serenamente la sua Parola, la leggiamo solo superficialmente, non sappiamo coglierne le sfumature intense che possono spalancare il nostro sguardo interiore. No, Signore, spesso non capiamo cosa perché siamo ancora troppo legati alla terra. Abbi pietà di noi e spiegaci... |