Omelia (22-02-2014) |
Paolo Curtaz |
In tutta la Chiesa cattolica, oggi, ricordiamo il ruolo di Pietro, la sua missione e il suo ruolo all'interno della comunità cristiana. È l'occasione per ripensare alla nostra appartenenza al grande sogno di Dio che è la Chiesa. Gesù ha un progetto sull'umanità, un progetto di condivisione e di amore, di giustizia e di pace che la Chiesa è chiamata a realizzare come testimonianza. Il gruppo dei suoi discepoli, i cristiani, vivendo nell'ascolto della Parola e nella condivisione della fede in attesa del ritorno del Signore nella gloria, annunciano ad ogni uomo il vero volto di Dio rivelato da Gesù. La Chiesa, chiamata cattolica, cioè universale è diffusa in tutto il mondo, radunata intorno ai successori degli apostoli e in comunione fra le varie chiese locali. Queste chiese sono in comunione le une con le altre, con un comune sentire, con una comune esperienza. Da sempre i discepoli hanno riconosciuto a Pietro un incarico particolare, un ruolo specifico affidatogli dal Signore Gesù per l'utilità comune. È il compito di custodire il deposito della fede. Chi ci dice che il modo che abbiamo di interpretare il vangelo è in sintonia con quello proclamato dal Signore? Pietro. E che siamo rimasti fedeli alle parole del Maestro? Pietro. E che non ci lasciamo trascinare dalle mode che vogliono adattare il vangelo al proprio tempo? Pietro. E questo ruolo, oggi, celebriamo con gratitudine. |