Omelia (26-02-2014) |
Paolo Curtaz |
i guaritori dell'epoca si avvicinavano all'ammalato e cominciavano a praticare strani gesti taumaturgici, invocando l'aiuto di grandi uomini del passato, Salomone, fra tutti, e del presente. Il fatto che qualche guaritore avesse iniziato a citare Gesù ci rivela quanto la sua fama si stesse diffondendo! E Giovanni l'apostolo resta scosso da tale invocazione: il guaritore in oggetto non è uno del gruppo dei discepoli, è un perfetto sconosciuto. Ingenuamente comunica a Gesù di avere tentato in tutti i modi di fermarlo, senza riuscirvi. Non ha il patentino di discepolo, come si permette di invocare il nome di Gesù. Il Maestro, invece, sorride. Va bene così, lascia fare, nessuno invoca il mio nome e mi è nemico. La sua è una risposta inclusiva, rasserenante, che riconcilia con la vita. Non c'è bisogno di superare un esame per cercare Dio, non c'è bisogno di un patentino per invocare il nome di Cristo. Dio ha molta più tolleranza di quanta ne abbiamo noi, tristemente abituati a bollare le persone e a guardarle con sospetto se non fanno parte del gruppo dei "nostri". Per Dio ogni uomo è dei "nostri". Riconosciamolo! |