Omelia (26-04-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla liturgia del giorno Noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta. (Atti 13,32) Come vivere questa Parola? Nel discorso di Paolo nella sinagoga, salta agli occhi la frequente ripetizione di uno stesso concetto: è avvenuto come era scritto, secondo quanto annunciato dalle Scritture. L'intera storia della salvezza appare cosa già scritta. L'unico regista è Dio e nulla può impedire la realizzazione del suo disegno: infatti quanti non hanno accolto la salvezza e hanno messo a morte Gesù, in verità proprio in tal modo hanno collaborato al compimento delle Scritture. Vi è dunque una collaborazione, per così dire, inconsapevole degli uomini al piano divino. Ciò è senz'altro consolante: l'amore di Dio vince ogni resistenza. Ma nel discorso di Paolo c'è anche un secondo tema dominante: della salvezza che si è compiuta secondo quanto era scritto, gli apostoli sono testimoni ed essa sono stati invitati ad annunziare al mondo intero. Se c'è una collaborazione inconsapevole degli uomini al disegno salvifico di Dio, Dio stesso però richiede anche una collaborazione consapevole: di generazione in generazione, egli manifesta il mistero pasquale, cuore della storia della salvezza, ad alcuni uomini, affinché essi lo rendano noto a tutti gli uomini e tutti possano essere salvati. Nella mia pausa contemplativa, ascolterò l'annunzio dell'apostolo, affinché anch'io sia abilitato a testimoniare la resurrezione di Cristo e a insegnare a ogni uomo a ripetere con Paolo, con sé, con ogni credente le parole che il Padre rivolge a Gesù e in lui a tutti noi: "Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato" (v 33; cf Sal 2,7). La voce di un esegeta dei nostri giorni Il cristiano vive del suo Signore, ma la storia della salvezza è affidata alla testimonianza responsabile del credente, sacramento di salvezza nel mondo S.Fausti |