Omelia (03-03-2014)
Paolo Curtaz


Gesù fissa lo sguardo sul giovane ricco e lo ama, prima di chiedergli di abbandonare tutto per seguirlo. La sequela di Cristo non è un'imposizione, un agire eroico che ci imponiamo, una follia spirituale romantica e inaccessibile. Il giovane ricco viveva con convinzione la propria fede, osservare i precetti con scrupolo, dall'infanzia coltivava la sua anima. E proprio questa immagine linda e tirata a lucido Gesù chiede di abbandonare. Gli propone di uscir fuori dalla categoria del merito, di non specchiarsi ogni mattina per vedere quanto è bravo, di non contare sulle ricchezze umane che gli permettono di tenere un buon tenore di vita. È chiamato a lasciare tutto per trovare il Tutto. Ma tentenna, non riesce, non può. Come biasimarlo? È così esigente il Signore! Eppure mantiene ciò che promette, restituisce cento volte tanto... Oggi proviamo a scoprire lo sguardo amorevole del Signore su ciascuno di noi. Certo: lo seguiamo, lo amiamo, cerchiamo di essergli fedele, proviamo anche a vivere l'avventura del vangelo. Ma abbiamo bisogno di quello sguardo per osare, per andare oltre, per credere.