Omelia (10-03-2014)
Paolo Curtaz


Quando, Signore? Quando mai? Sono colmi di stupore coloro che vengono accolti dal Padre nel Regno dei cieli. Pieni di stupore perché non se l'aspettavano, perché i devoti hanno sempre detto che per entrare in paradiso occorre sfinirsi di preghiera e sacrifici. Pieni di stupore perché si sono sempre sentiti dire di essere tagliati fuori. E invece. No, non è proprio così. Gesù ribalta la prospettiva, ci inquieta, ci destabilizza, ci obbliga a pensare in maniera nuova, diversa, inattesa. Siamo riconosciuti perché abbiamo riconosciuto il volto del Signore nel volto del povero, dell'affamato, del malato, del carcerato. E non del carcerato finito in gabbia perché ingiustamente condannato! Gesù ci chiede di amare a prescindere, di accogliere incondizionatamente. Ma con intelligenza, con evangelica prudenza: a volte la povertà più terribile è quella di chi vive di inganni e di menzogne. Allora le preghiere, le meditazioni, i sacramenti, diventano per noi uno strumento indispensabile per diventare capaci di accoglienza, per imparare a riconoscere Cristo. la vita di fede ci aguzza la vista interiore.