Omelia (15-03-2014) |
Paolo Curtaz |
Siamo tutti pronti ad amare e a perdonare. Coloro che ci amano e ci perdonano! Il precetto dell'amore, ben conosciuto dall'uditorio di Gesù, il precetto da cui derivava la Legge anche per i rabbini contemporanei di Gesù, aveva, però, una curiosa modalità di interpretazione: certo che bisogna amare il prossimo! Ma il prossimo è colui che la pensa come me e fa parte del mio popolo. gli altri, i pagani, gli idolatri, i popoli nemici, sono da odiare con tutte le forze. Anzi: vanno sterminati, ove possibile, proprio per dare gloria a Dio... Gesù, lo sappiamo bene, giunge, con la parabola del samaritano, a ribaltare la prospettiva: non si tratta di stabilire chi è il "prossimo" ma di decidere di farsi "prossimo" a coloro che ci stanno accanto, anche i lontani e i nemici. Ha ragione Gesù: se amiamo chi ci ama non facciamo nulla di straordinario e degno di nota. Impariamo dal Padre che fa piovere sui giusti e sui malvagi, impariamo a dialogare con tutti con rispetto e disponibilità, smettiamola di dividere le persone in amici e nemici perché l'amore di Dio, che è straordinario, ci permette l'impossibile. |