Omelia (17-03-2014) |
Paolo Curtaz |
Va bene la giustizia. E siamo chiamati ad essere coerenti, nel limite del possible. E ad essere figli della luce in mezzo ad una generazione degenere. Va bene anche denunciare le ingiustizie e difendere i deboli. Ma, ammonisce Gesù, alla fine l'unica cosa che conta veramente è la misericordia. Siamo figli di un padre colmo di ogni tenerezza e misericordia, di ogni attenzione e compassione. Non nel senso contemporaneo, spesso ambiguo, di credere in un Dio bonaccione, approssimativo, un bonario ed innocuo (e inutile) Babbo Natale. Il sentimento di misericordia è difficile, impegnativo, esigente. Chiede di conoscere la miseria degli altri e guardarla col cuore. La miseria è patrimonio comune di ogni vita, di ogni essere umano. Dio solo riesca a guardarla senza scoraggiarsi, senza arrendersi, compatendo (cioè patendo assieme) chi vive quella situazione. Difendiamo il vangelo da questo mondo folle e disperato. Ma facciamolo con misericordia, senza diventare giudici inflessibili (e antipatici) che allontanano dal vangelo invece di avvicinare! |