Omelia (20-03-2014) |
Paolo Curtaz |
Non ha un nome il ricco della parabola di oggi. E non si dice che sia una brutta persona, affatto. È solo molto impegnato a far girare i soldi, a far fruttare (presumo legittimamente) i suoi denari, niente di più. Ma la sua vista è drammaticamente miope: non si accorge nemmeno del povero Lazzaro che mendica davanti a casa sua. Non gli riserva nemmeno uno sguardo, attenzione che, invece, hanno addirittura i cani che vengono per leccargli le piaghe. Ma ora che si trova fra i tormenti spirituali dell'inferno vorrebbe attenzione. Buffo: anche qui si dimostra un orribile egoista: chiede a Lazzaro attenzione per sé e per la propria sete! Ma Abramo, che ora abbraccia chi non aveva mai avuto un abbraccio, è imbarazzato: vorrebbe fare qualcosa per i tormenti del ricco, ma un abisso li separa. Un abisso scavato dal ricco, non da Dio. L'indifferenza è un abisso che ci impedisce di incontrare Dio. Un abisso che ci precipita nell'orrido vuoto del nostro egoismo. Non aspettiamo fantasmi tornati dall'oltretomba per giocare la nostra vita in altro modo... Abbiamo i profeti e il Cristo che ci invitano alla conversione! |